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Provincia di Chieti: inascoltata la ‘preghiera’ del Segretario Generale di dare un contributo gratuito per piccoli lavori. I dipendenti rispondono picche

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Niente da fare, Angelo Radoccia non ce l’ha fatta a portare a termine l’obiettivo che si era prefissato nonostante il senso di grande umanità che aveva messo nell’iniziativa. Come un buon padre di famiglia aveva proposto ai 300 intoccabili dipendenti di dare il buon esempio rinunciando a qualche giorno di riposo per sfalciare alcuni tratti di strada invasi da arbusti.

Niente da fare: non c’è stato verso. Dopo che Renzi ha raso al suolo gli enti di tutt’Italia e mandato a casa i politici regolarmente eletti, sindacati e lavoratori, gli unici contro cui il presidente del Consiglio nulla ha potuto, hanno preferito girare i tacchi e andarsene al mare piuttosto che lavorare ‘a gratis’.

Poco importa, quindi, se gran parte delle principali arterie di comunicazione provinciali sono sommerse da erbacce. Poco importa, a sindacati e dipendenti a cui il governo a salvaguardato il posto di lavoro nonostante la loro ‘azienda’ non esista piu’, se le strade principali scompaiono giorno dopo giorno sotto un manto di vegetazione mediterranea.

Chieti Zona Tricalle

Ma come si permette il Segretario Generale ad inviare una lettera, bagnata di sentimento e di alto valore simbolico, a chi per anni non ha conosciuto agevolazioni e garanzie sindacali ferree mentre il settore privato lottava per un pezzo di pane?

Quotidianamente, giungono segnalazioni e lamentele, purtroppo ben fondate, da parte dei cittadini, a causa della mancata manutenzione delle strade e delle scuole di competenza, con particolare riferimento allo sfalcio dell’erba” scriveva qualche settimana fa Radoccia nella lettera invitando tutti a “un segnale di speranza, di impegno, per dire a tutti che NOI ci siamo! Che le lavoratrici ed i lavoratori della Provincia di chieti ce la mettono tutta e scendono in campo, in prima persona, senza badare ai livelli, alle mansioni, senza alcun tornaconto”.

Da quel giorno nulla è successo. Nessun dipendente ha risposto all’appello. L’ANAS, a quanto pare, sta passando su qualche strada quasi impraticabile proprio in queste ore.

Ve l’immaginate un Marchionne a ‘pregare’ gli iscritti della Fiom a lavorare qualche ora ‘a gratis’ per il bene dell’azienda? No perché,  come è successo, li ha cacciati direttamente.

ZdO

  

 

 

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