Giuseppe Conte nell’aula di Montecitorio questa mattina ha tenuto la sua informativa sulla proroga dello stato di emergenza, già votata ieri dal Senato. Anche la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza che dà il via libera alla proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre.
Il voto alla Camera
I voti a favore sono stati 286, i contrari 221. Il Consiglio dei ministri è stato convocato per questa sera alle 20. Sul tavolo è atteso il via libera alla proroga dello stato di emergenza, dichiarato il 31 gennaio 2020.
Il presidente del Consiglio si è rivolto alle critiche mosse dalle opposizioni: “Ieri nel dibattito c’è stato qualche fraintendimento”, e “qualcuno ha detto” che lo stato d’emergenza è stato prorogato “per reprimere il dissenso, perché si vuole assumere un atteggiamento liberticida o tenere la popolazione in uno stato di soggezione”, ma si tratta di “affermazioni gravi che non hanno nessuna corrispondenza con la realtà”.
Poi l’atto di accusa contro le false informazioni che stanno circolando sui social: “Se non si condivide la necessità di prorogare l’emergenza lo si dica in modo franco al governo, ma non si faccia confusione sulla popolazione, perché oggi sui social c’è qualche cittadino convinto che prorogare lo stato d’emergenza significhi rinnovare il lockdown dal primo agosto. Non è affatto così”.
Ha poi aggiunto: “Ricordo che la dichiarazione dello stato di emergenza, ma questa cosa a quanto sentito da una parte degli interventi ieri in Senato purtroppo sembra ancora sfuggire, è prevista dal Codice di protezione civile, una fonte quindi di rango primario e di carattere generale, la cui legittimità è stata vagliata positivamente dalla Corte costituzionale. Costituisce il presupposto per l’attivazione di una serie di poteri e di facoltà, necessari per affrontare con efficacia e tempestività le situazioni emergenziali in atto”.
“Manteniamo un cauto livello di guardia – ha proseguito Conte – non intendiamo introdurre misure restrittive. Vi posso assicurare che da parte del Governo, mia personale, di tutti i ministri non vi è nessuna intenzione di drammatizzare, né di alimentare paure ingiustificate nella popolazione. La scelta di prorogare lo stato di emergenza non è affatto riconducibile alla volontà di voler creare una ingiustificata situazione di allarme”.
“La risoluzione approvata ieri al Senato propone come data il 15 ottobre” ha concluso il premier per la proroga dello stato d’emergenza da Coronavirus: “Preannuncio che il governo, qualora venisse confermata qui alla Camera, si atterrà a questa indicazione temporale”.
La leader di FdI Giorgia Meloni ha parlato di “deriva liberticida” annunciando il voto contrario compatto di tutto il centrodestra: “Non vi daremo tregua”. Ma anche nella maggioranza ci sono dubbi. Il Pd – e i renziani – chiedono una svolta.
Il voto al Senato
Ieri il Senato ha approvato con 157 voti a favore la proroga dello stato d’emergenza fino al 15 ottobre. Il premier si era presentato in aula spiegando che da parte del governo non c’è nessuna “volontà di prorogare paure e allarmismi” e con un prolungamento dello stato d’emergenza non ci sarebbe alcuna “torsione autoritaria“. Replicando alle accuse di una parte del Senato ha detto: “Vi sfido a interrogare i presidenti di Regione e confrontarvi con loro, vediamo se sono disponibili a dismettere queste misure di protezione”.
L’aula ha dato anche il via libera a una parte della risoluzione del centrodestra con 281 voti a favore, nessun contrario e 3 astenuti in cui si chiedeva di sentire “i presidenti delle regioni interessate nel caso in cui le misure riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni, ovvero il Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel caso in cui riguardino l’intero territorio nazionale”. La parte della risoluzione che diceva no alla proroga dello stato d’emergenza è stata preclusa, e dunque non votata, dopo il via libera alla risoluzione di maggioranza per il sì alla proroga.
La seduta è stata contraddistinta dai duri attacchi delle opposizioni. La richiesta del governo di prorogare a ottobre lo stato d’emergenza è stata definita “una pericolosissima deriva liberticida” dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Mentre Matteo Salvini era arrivato a telefonare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per esprimere il suo “grande sconcerto e preoccupazione”.
In difesa del Capo del governo è intervenuto il capogruppo del Pd in Senato, Andrea Marcucci: “La proroga dello stato di emergenza è un provvedimento di buon senso. I commenti di Meloni e Salvini sono vaneggiamenti. Proteggere le persone con le mascherine ed il distanziamento sociale non è deriva liberticida, ma saggezza“, ha detto. “È una proroga che avrà paletti ben precisi – ha poi aggiunto -, sia nella durata temporale che negli ambiti specifici di applicazione. Il Parlamento, con questo atto, è tornato ad essere centrale“.
Lo stato di emergenza è ancora necessario, “costituisce il presupposto per l’attivazione di una serie di poteri e facoltà necessari per affrontare con efficacia e tempestività le situazioni emergenziali”. Infatti l’emergenza coronavirus “ancora oggi, seppure in misura contenuta e territorialmente circoscritta, non ha ancora esaurito i suoi effetti“, ha detto Conte durante le sue comunicazioni in cui ha difeso la necessità di una proroga dello stato di emergenza. “Pur in assenza del vincolo normativo – ha spiegato Conte – ritengo doveroso condividere con il Parlamento la decisione” su una proroga che definisce “inevitabile“. Il premier ricorda infatti che “i numeri registrati dicono che il virus continua a circolare nel Paese. E la situazione internazionale resta preoccupante e ciò che accade nei Paesi a noi vicini ci impone un’attenta vigilanza“.
Di fronte alle critiche delle opposizioni, alle accuse di Matteo Salvini e al convegno organizzato da Vittorio Sgarbi in cui è stata anche negata la presenza del virus oggi in Italia, il premier Conte in Senato ricorda innanzitutto che “la dichiarazione dello Stato di emergenza è prevista dal codice di protezione civile: la legittimità di queste previsioni è stata vagliata positivamente dalla Corte Costituzionale“. “La proroga è una facoltà espressamente prevista dalla legge ed è attivabile ove si renda necessaria la prosecuzione degli interventi”, ricorda ancora il premier.
Conte risponde anche alle accuse di un nuovo ricorso ai Dpcm, i decreti del presidente del consiglio dei ministri: “Quest’accusa si fonda su un evidente equivoco. La proroga dello stato di emergenza sui poteri del presidente del Consiglio di emanare decreti. Il potere di emanare Dpcm è al momento correlato alla data del 31 luglio non perché ci sia una formale connessione tra Dpcm e stato emergenza ma perché questo prevede la norma di rango primario legittimante. La dichiarazione dello stato di emergenza è un presupposto di fatto ma non potrebbe in alcun modo legittimare l’adozione di Dpcm se non fosse affiancata da una fonte di rango primario”, ha detto Conte spiegando che, quindi, per rinnovare il potere di emanazione di Dpcm oltre il 31 luglio servirebbe “un decreto“.