“Se non cambiano atteggiamento legherò le mucche sotto il ministero della Salute. Sembra di rivivere il periodo della lingua blu, quando il governo decise di vaccinare a tappeto vacche e pecore nonostante le controindicazioni del medicinale”.
Non ci sta Dino Rossi, portavoce del Comitato spontaneo degli allevatori (Cospa), ad accettare l’atteggiamento del governo nei confronti della categoria e dell’obbligo di green pass.
“La stessa cosa la stanno facendo con gli italiani da due anni – aggiunge Rossi – . Ci trattano come animali da reddito attraverso uno stato di emergenza senza fine, con obbiettivi mai raggiunti. È ora di dire basta questo balzello di bugie sanitarie a favore dei soliti ignoti. DPCM a raffica di natura prettamente politica e non sanitaria, atto a consumare le dosi di un vaccino acquistato con i soldi di tutti i contribuenti, anche di quelli che rifiutano di vaccinarsi”.
Per il portavoce del Cospa non ci sono dubbi, si tratta di:
“Un vaccino preparato in pochi mesi di cui non si conosce la composizione e tanto meno gli effetti collaterali immediati, ma soprattutto a lungo termine. Ogni tanto qualcuno ci rimette le penne, ma si deve fare comunque il vaccino firmando una liberatoria. Qui qualcosa non quadra: qualsiasi azienda alimentare deve osservare il manuale di autocontrollo registrando i vari lotti e menzionando in ogni etichetta i valori nutrizionali, la data di scadenza tenendo conto delle temperature.
E se qualcuno si sente male va deferito alle autorità giudiziarie. Questi signori inoculano un vaccino di cui non si conoscono gli ingredienti e se qualche laboratorio ha isolato i componenti di come è composto il vaccino e viene pubblicato sui social viene bannato. È forse un complotto a livello mondiale? Se per gli alimenti ci sono regole ferree per le quali le ditte pagano penalmente e civilmente, per le case farmaceutiche è tutto regolare. E supportato dalla politica scellerata che ha studiato a tavolino come scagionare sia loro stessi, i dirigenti del ministero della Salute sia le case produttrici dei vaccini”.
Obbligo green pass sul lavoro
“Come se non bastasse al 15 di ottobre arriva l’obbligo vaccinale attraverso il green pass, per tutte le aziende, nonostante ci siano dubbi sul funzionamento dei vaccini e la mancanza di volontà da parte di molti cittadini. Inaccettabile il rifiuto alle cure per il covid da parte del Ministero della salute e i tamponi a pagamento, l’unico modo per un serio monitoraggio del Covid 19, ma la cosa gravissima è che negli ospedali i tamponi vengono fatti ogni 15 giorni, nonostante si siano registrati in Italia più di 2000 casi di personale sono risultati positivi.
Se per le aziende sanitarie è consentito il tampone ogni 15 giorni al personale a stretto contatto con le persone infette, non si capisce perché dalla popolazione pretendono il tampone a pagamento ogni 48 ore a pagamento. È ora che la magistratura si dia una svegliata!!
Sono le strutture sanitarie ad essere covo di infezioni. In questi luoghi i tamponi devono essere fatti giornalmente e non perseguire le aziende con il green pass. Le aziende sono in affanno specialmente quelle agricole. Che oltre al lockdown sono a fronteggiare la massiccia siccità, non hanno foraggio per il bestiame, i cereali sono arrivati alle stelle, gli aiuti che sono arrivati già sono stati ripresi dall’Agenzia delle riscossioni con le nuove cartelle e dai consorzi bonifica i quali sono diventati sanguisughe”.
Mucche al ministero della Salute
“Se non verranno presi dei seri provvedimenti con aiuti veri, io personalmente, ma di sicuro si accoderanno anche altri, porterò le mucche sotto il ministero della salute per consegnarle al ministro Speranza. Qualche vitellino lo parcheggio anche davanti alle sedi nazionale delle associazioni di categoria. Attendo un celere riscontro dalle prefetture abruzzesi, a stretto giro, altrimenti invado Roma on le vacche, vediamo se c’è qualche animalista attivo che si occuperanno di loro”.