Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non si presenta al processo Salvini per il caso Gregoretti. Vuole essere interrogato a casa sua, a Palazzo Chigi.
Conte è stato convocato oltre un mese fa per l’udienza in programma domani mattina nell’aula bunker del carcere di Bicocca a Catania. Il premier ha fatto sapere solo ieri al presidente dei gup Nunzio Sarpietro di non essere disponibile. Conte ha detto di volersi avvalere dell’articolo del codice di procedura penale che dà facoltà al presidente del Consiglio di essere ascoltato a Roma.
Caso Gregoretti: il triplo salto mortale del Tribunale dei Ministri per giustificare
A questo punto il gup Sarpietro dovrà fissare una nuova udienza per il processo Salvini e recarsi a Roma per sentire Giuseppe Conte in uno dei saloni di Palazzo Chigi. Confermata invece per domani l’audizione a Catania di Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti, e di Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa. Entrambi in carica a luglio 2019 quando il Viminale bloccò per una settimana 131 migranti sulla nave Gregoretti della Marina Militare ormeggiata al molo Nato di Augusta. Domani a Catania Salvini sarà presente in aula.
Il caso Gregoretti
I magistrati rilevano, in particolare, che il leader della Lega “bloccava la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave ormeggiata al porto di Augusta”. Il Viminale può sì “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica”. E la Gregoretti – si legge nel testo – è appunto “della Guardia costiera italiana ed è, quindi, una nave militare”. Per gli inquirenti, i fatti “non trovano applicazione nelle norme contenute nel cosiddetto decreto Sicurezza bis”.