Il processo per Luciano D’Alfonso giunge al termine. La sentenza è prevista nel pomeriggio tra le 17 e le 19
Associazione a delinquere, corruzione, abuso, appropriazione indebita, turbata libertà degli incanti. Sono le accuse contestate a Luciano D’Alfonso dai Pm durante gli anni del suo mandato come sindaco di Pescara. Con lui coinvolte anche altre 25 persone. La sentenza è attesa per oggi pomeriggio.
Il 15 dicembre 2008 iniziarono i problemi giudiziari di D’Alfonso e la sua fine come amministratore pubblico. Alle 23 venne data la notizia dell’arresto e ancor una volta l’Abruzzo fu al centro dell’attenzione dopo aver vissuto lo scandalo sanitopoli.
L’APPALTO DI VIGILANZA AL BAR DEL TRIBUNALE
Luciano D’Alfonso e Guido Dezio sono accusati di concussione in concorso per aver indotto Tommaso Di Nardo, legale rappresentante dell’Aquila S.r.l., a consegnargli la somma di euro 10.000 per la proroga del contratto di sorveglianza del tribunale. Dezio avrebbe agito su mandato del sindaco con il quale aveva concordato il tutto. Giampiero Finizio, ragioniere dell’Aquila srl è accusato di favoreggiamento per aver dichiarato il falso sugli assegni girati a Dezio.
IL BAR DEL TRIBUNALE
Sempre all’ex sindaco e al suo braccio destro viene contestata la concussione in concorso per aver chiesto ai gestori provvisori del bar del Tribunale (la Di Pentima Sas) 20 mila euro promettendo in cambio un aiuto per l’aggiudicazione dell’appalto definitivo. Al rifiuto Dezio avrebbe promosso una ispezione nel locale «quale strumento di indebita pressione».
LA GARA ANNULLATA
A Guido Dezio viene contestato l’abuso d’ufficio per aver favorito e creato un ingiusto vantaggio all’imprenditore Michele Cicchini che aveva perso interesse all’aggiudicazione dell’appalto (ottenuta sulla base di una offerta avventata ed antieconomica) per il servizio ristoro nel Tribunale di Pescara. Dezio, in qualità di dirigente del Servizio Appalti, avrebbe annullato in autotutela la gara con una motivazione pretestuosa.
SOLDI RICEVUTI PER ATTI AMMINISTRATIVI CONTRARI
Luciano D’Alfonso, Guido Dezio, Massimo De Cesaris, Angelo De Cesaris, Alberto La Rocca, Giampiero Leombroni sono accusati di corruzione. Il sindaco avrebbe indotto gli imprenditori De Cesaris e La Rocca (controparti dell’accordo corruttivo) a versare soldi (8.400 euro) alla società Informabruzzo sas del giornalista Francesco Di Miero a seguito di fatture emesse ma prestazioni mai rese.
Il sindaco avrebbe indotto i De Cesaris a mettergli a disposizione gratuitamente nel 2004 la mano d’opera per la ristrutturazione della sua casa sui colli di Pescara e per la ristrutturazione della sede della Margherita di Lettomanoppello. Il sindaco avrebbe inoltre indotto Massimo De Cesaris ad erogare 15 mila euro in favore della Margherita («contributo dichiarato ma illecito perché ispirato da finalità corruttive»). Sempre D’Alfonso avrebbe indotto, in concorso con Dezio, i De Cesaris a versargli 8 mila euro per atti amministrativi adottati contrari ai principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione.
APPALTO CIMITERI
Marco Mariani e Francesco Farragina sono accusati di corruzione (in concorso con Leombroni, Massimo De Cesaris, Angelo De Cesaris, Alberto La Rocca) per aver accettato, in qualità di componenti la commissione di valutazione del project financing sui cimiteri, che la ditta aggiudicataria (Ati De Cesaris, Delta Costruzioni) pagasse la loro consulenza «pur non avendo svolto alcuna attività dopo le delibere che prorogavano i rapporti di consulenza». Agli stessi viene contestato anche il reato di turbata libertà degli incanti per aver pilotato l’aggiudicazione della concessione per gestione e manutenzione dei cimiteri cittadini di Pescara all’Ati De Cesaris Angelo S.r.l. – Delta lavori S.p.A.
ALTRI VERSAMENTI AL GIORNALISTA AMICO
A Luciano D’Alfonso e all’imprenditore Enzo Perilli (impegnato in diversi appalti con il Comune) viene contesto il reato di corruzione. L’ex sindaco avrebbe indotto Perilli a versare 3 mila euro alla società del giornalista Di Miero in contropartita di atti amministrativiadottati o da adottarsi nell’ambito di procedure di gara. Stessa accusa al sindaco per aver chiesto il versamento di 3.600 euro alla società del giornalista al direttore della Soget spa Gaetano Monaco.
A D’Alfonso, Dezio e all’imprenditore Giacomo Costantini viene contestata la corruzione in concorso. Quest’utlimo sarebbe stato indotto a versare 6 mila euro in contropartita di atti amministrativi contrati ai principi di imparzialità.
I TOTO E I VIAGGI
Accusa di corruzione ancora per D’Alfonso, Dezio, Carlo e Alfonso Toto e Fabrizio Paolini. Gli imprenditori avrebbero versato 7 mila euro tra marzo-aprile del 2006, avrebbero retribuito Paolini (collaboratore di
D’Alfonso) con uno stipendio mensile di 1.500 euro, rimborso carburante, l’uso della macchina tra settembre 2004 e gennaio 2007. I Toto sono anche imputati per aver messo a disposizione dell’ex primo cittadino, gratuitamente, aerei della propria compagnia Airone, per aver pagato vacanze a D’Alfonso e famiglia (Malta e Venezia a Pasqua 2006 mettendogli a disposizione un jet privato), Santiago de Compostela a settembre 2006, un’altra vacanza a maggio 2006 da quasi 11 mila euro, la promessa di un viaggio a Dubai da 17 mila euro (poi non fatta) a dicembre del 2006, il pagamento di cene di rappresentanza (come quella elettorale da 10.800 euro a dicembre del 2006, l’acquisto di una ambulanza (10 mila euro) per Lettomanoppello («per ritorno di immagine del sindaco»), una erogazione di 10 mila euro per la pro loco di Lettomanoppello.
I LAVORI ALLA CARDINALE
Viene inoltre contestato al sindaco di aver erogato appalti di comodo all’ impresa Eredi Cardinale per controbilanciare l’ impegno di spesa della ditta, impegnata ad eseguire, sottocosto, lavori di costruzione della villa in Lettomanoppello in favore del sindaco.
Area di risulta
D’Alfonso, Antonio Dandolo, Pierpaolo Pescara, Luciano Di Biase, Carlo Toto, Alfonso Toto, Giampiero Leombroni sono accusati di turbata libertà di incanti per la l’appalto della gara dell’area di risulta
PECULATO
D’Alfonso è accusato di peculato per aver messo a carico del Comune un biglietto aereo usato per motivi personali (321 euro Pescara-Milano).
SOLDI DALLE CASSE DEL PARTITO
L’ex sindaco e Dezio sono accusati di appropriazione indebita in concorso per essersi appropriato di oltre 50 mila euro confluito nelle casse del partito. Il gup ha assolto, invece, il tesoriere della Margherita Fabio Zuccarini perché avrebbe semplicemente eseguito gli ordini e non avrebbe potuto in alcun modo sottrarsi, né poteva domandarsi o essere tenuto a conoscere il motivo della richiesta.
I LOCALI IN USO GRATUITO
D’Alfonso è accusato di aver usufruito gratuitamente dei locali di via Sardegna (canone 6.800 euro annui) e aver dato in cambio «incarichi altamente discrezionali da parte del Comune» a Nicola Di Mascio «come contropartita».
Soldi ad europa prossima
Dezio e D’Alfonso sono accusati di concussione per aver indotto Tino Taraborelli Bellafronte (che ha ricevuto incarichi per 90 mila euro nel 2005-2006) a versare 13 mila euro ad Europa Prossima («la longa manus del sindaco»). Altra accusa di concussione per aver chiesto alla ditta Fanì (che lavorava per il Comune) il pagamento di cene elettorali.
SOLDI ALLA JADROLINIJA
D’Alfonso, Dezio e Marco Molisani sono accusati in concorso di truffa per aver predisposto una determina con la quale si faceva apparire il conferimento alla Pro Loco di Pescara di un finanziamento di 12.200 euro complessivi per varia pubblicità istituzionale («prestazione mai resa e neanche effettivamente richiesta»).
Questo denaro sarebbe stato erogato con il preciso ordine, impartito alla Pro-Loco -per conto del sindaco D’Alfonso- da Molisani Marco, di dirottare euro 10 mila in favore della società Jadrolinija «procurando alla suddetta società un vantaggio patrimoniale, con pari danno dell’ente comune».
(primadanoi)