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Durante il mini-concerto di 40 minuti tenuto in occasione di “That’s Music 2013″, il cantautore ha lanciato messaggi provocatori a destra e sinistra. È tornato sulla questione euro che, secondo lui, andrebbe sostituita con la lira e sulla polemica del suo pezzo:”Luca era Gay”. 

http://www.youtube.com/watch?v=BG1Ng1H_6B4&feature=youtu.be

Durante il mini-concerto di 40 minuti tenuto in occasione di “That’s Music 2013″, il cantautore ha lanciato messaggi provocatori a destra e sinistra. È tornato sulla questione euro che, secondo lui, andrebbe sostituita con la lira e sulla polemica del suo pezzo:”Luca era Gay”. 

«Sono amatissimo dai giornalisti e amatissimo dal 99,9% degli addetti ai lavori» dichiara Povia presentando un brano dedicato proprio ai pennivendoli. «Della Destra e della Sinistra me ne sbatto» afferma perché:«non sopporta più quelli di destra e non sopporto più quelli di sinistra. Non sopporto chi predica bene e razzola male ma poi ha tanti vizi e va pure a puttane». In una grande forma Giuseppe Povia nella serata pescarese dedicata ai cantautori emergenti. «La canzone che vi sto per cantare è molto amata dai gay» continua il cantautore nel presentare “Luca era gay” e aggiunge:«non ho mai detto che un gay è malato perché ho un grande rispetto per i malati di cancro e di altre malattie gravi. Quelli che hanno fatto odiare la mia canzone ai gay sono le associazioni che difendono i gay ovvero le lobby. Molti dei miei conoscenti omosessuali non si sentono rappresentati dai vari gay pride perché sono convinti che il “diverso” sia quella gente nuda sui carri». Ci va giù duro Povia che poi aggiunge:«La libertà di espressione esiste o no? Perché se esiste la mia canzone deve essere accettata così com’è». In un’intervista del 2005 al settimanale Panorama affermò di aver trascorso una breve fase omosessuale in gioventù e di aver “convertito” altri due suoi amici. Povia aggiunse anche che per lui l’omosessualità sia indotta dalle esperienze e dalle persone che si frequentano. Altra polemica lo coinvolse nel 2009 quando l’ex discografico, Angelo Carrara, lo accusò di non aver versato 450mila euro per la causa del Darfur raccolti per beneficenza.

Un artista che ha scelto lo scontro frontale con i cosiddetti apparati istituzionali e associazioni varie che altro non sono collettori di disgrazie per fare soldi. Povia appare un po’ anarchico ma, forse, con poco spessore quando parla di temi sociali e quando, forse involontariamente, imita De André. La cosa certa è che il cantautore milanese ha sofferto il fuoco di fila della gendarmeria lobbistica italiana. Un uomo caduto a terra e che si è ribellato contro una finta democrazia che appare democratica solo quando si sposano le tesi radical chic di certa sinistra o quando ci si inginocchia davanti ai ladri del finto liberismo italiano.

di Antonio Del Furbo

 

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