Poltronesofà nel mirino dell'Antitrust: l'indagine sulle campagne promozionali
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L’Antitrust indaga su Poltronesofà per sconti ingannevoli e pubblicità martellanti. Rischia sanzioni per pratiche scorrette.

Poltronesofà nel mirino dell’Antitrust: l’indagine sulle campagne promozionali.

Ancora una volta Poltronesofà si trova al centro dell’attenzione per le sue campagne pubblicitarie. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria per verificare se la società abbia attuato pratiche commerciali scorrette, soprattutto riguardo alla comunicazione degli sconti e delle offerte promosse su diversi canali, tra cui TV, radio, social media e internet. Il cuore della questione riguarda l’ormai noto slogan “termina domenica”, utilizzato ripetutamente nelle promozioni, che potrebbe indurre i consumatori a credere in un’opportunità di risparmio limitata nel tempo, quando in realtà le offerte sarebbero pressoché permanenti.

Prezzi gonfiati e sconti “fantasma”?

Secondo l’Antitrust, Poltronesofà metterebbe in atto una strategia di marketing volta a enfatizzare la convenienza dei propri sconti, facendo credere ai clienti di trovarsi di fronte a offerte irripetibili. In realtà, l’istruttoria ipotizza che i prezzi pieni di riferimento, da cui vengono calcolati i ribassi, potrebbero non essere mai stati effettivamente applicati. Questo schema ingannevole spingerebbe il consumatore a prendere una decisione d’acquisto affrettata, condizionato dal timore di perdere un’occasione unica.

Non si tratta di un’accusa da poco: se confermato, il comportamento dell’azienda sarebbe una chiara violazione delle norme a tutela dei consumatori, con conseguenze economiche e reputazionali significative per Poltronesofà.

L’intervento dell’Antitrust e della Guardia di Finanza

La questione ha portato l’Antitrust a passare dalle parole ai fatti. Nella giornata di ieri, funzionari dell’Autorità, con il supporto del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno effettuato un’ispezione presso la sede della società. Un’operazione che potrebbe portare a raccogliere prove determinanti per accertare eventuali irregolarità.

L’obiettivo dell’Antitrust è chiaro: se emergessero elementi concreti di una pratica commerciale scorretta, Poltronesofà rischierebbe sanzioni pesanti, come già accaduto in passato.

Consumatori sul piede di guerra

L’indagine ha immediatamente attirato l’attenzione delle associazioni dei consumatori, da tempo in lotta contro strategie pubblicitarie aggressive e potenzialmente ingannevoli. Martina Donini, presidente nazionale di Udicon, ha dichiarato senza mezzi termini: “È inaccettabile che si giochi sulla leva dell’urgenza per indurre all’acquisto, quando in realtà non viene mai chiarito il reale valore dello sconto e la durata effettiva dell’offerta.”

Non meno critico il Codacons, che ha ricordato come l’associazione abbia presentato diversi esposti per sollecitare l’Antitrust a fare luce sulle politiche commerciali dell’azienda. “Non si tratta di un episodio isolato”, sottolineano dal Codacons. “Già nel 2021, Poltronesofà era stata multata per un milione di euro per pubblicità ingannevole. Eppure, a quanto pare, la strategia non è cambiata.”

Una pubblicità martellante e poco trasparente

Le pubblicità di Poltronesofà sono ormai un tormentone: chiunque abbia acceso la TV negli ultimi anni si è imbattuto negli spot dell’azienda, caratterizzati da promozioni costanti e slogan che trasmettono un senso di urgenza. Ma è proprio questa ripetizione ossessiva delle offerte “imperdibili” a destare sospetti.

La questione, infatti, non riguarda solo la veridicità degli sconti, ma anche il modo in cui vengono comunicati. Il rischio, secondo gli esperti di diritto dei consumatori, è che i messaggi pubblicitari inducano i clienti a decisioni affrettate, facendoli credere di essere di fronte a occasioni che in realtà potrebbero essere disponibili in modo continuativo.

Quali conseguenze per Poltronesofà?

Se l’indagine dovesse confermare le ipotesi dell’Antitrust, per Poltronesofà potrebbero arrivare sanzioni significative. L’azienda potrebbe trovarsi costretta a rivedere il proprio modello di comunicazione pubblicitaria e a fornire maggiore trasparenza sulle sue offerte.

Ma il problema va oltre la singola società: questa vicenda solleva ancora una volta interrogativi sulla regolamentazione delle campagne pubblicitarie nel settore dell’arredamento e su quanto siano realmente efficaci le attuali normative nel proteggere i consumatori da pratiche commerciali poco chiare.

Nel frattempo, la palla passa all’Antitrust. Sarà l’istruttoria in corso a stabilire se Poltronesofà ha davvero ingannato i suoi clienti o se si tratta di una strategia pubblicitaria perfettamente legale, anche se decisamente discutibile. Una cosa è certa: il caso non passerà inosservato.

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