Siamo alle solite: da una parte una tragedia come quella di Amatrice, dall’altra la solita burocrazia. Da una parte l’umanità, dall’altra i rappresentanti della staticità.
Antonio Del Furbo
Con questo quadro semplificato l’Italia, purtroppo, subisce il rallentamento economico da parte delle “forze oscure”.
Il punto è che burocrati e burocrazia tengono il motore del Paese quasi fermo, diciamo con la prima ingranata. A me, sinceramente, verrebbe voglia di spazzarle via con un falò (le carte) specie quando provocano danni alle persone (sempre). Questa volta, la solita burocrazia con i suoi burocrati, stanno creando danni alla popolazione di Amatrice.
“La situazione è notevolmente peggiorata” ha tuonato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi parlando della situazione post-terremoto. “Ho posto all’attenzione dei vertici che la viabilità, quella che riguarda sia la Romanella che Retrosi, già segnalata in video conferenza con la Dicomac il 14 di settembre scorso, è fondamentale per il passaggio dei soccorsi, per quello dei mezzi del latte, per gli scuolabus. Situazione ribadita il 18 di ottobre” ha aggiunto.
Quindi l’affondo:“Oggi la situazione è che queste due strade sono interdette perché anche a Retrosi quel pezzo di strada fatta all’inizio è rimasta l’unico accesso. Ma sicuramente non è la strada percorribile per chi deve andare nel mondo agricolo, o per i pulmini, ecc. Per cui ho posto il problema che se entro 10 giorni non verranno eseguiti i lavori sulla Romanella e sul by-pass nuovo di Retrosi, dove c’è già il progetto, io chiudo il paese“.
Eppure Pirozzi è stato sempre uomo saggio e dai toni bassi ma, a quanto pare, oggi non ce l’ha proprio fatta a trattenere le sue opinioni sulla vicenda. “Andiamo tutti al mare e chiudiamo tutto. Riconsegno le chiavi alla Protezione civile, a tutti coloro che si sono comportati bene. Io non do colpe, ma io riconsegno le chiavi, chiudo il comune, ce ne andiamo tutti via e abbandoniamo il territorio” conclude Pirozzi sottolineando ancora che l’allarme era stato già lanciato dallo scorso 14 settembre.
Ma la burocrazia, a quanto pare, in Italia va alimentata. È talmente importante che, pensate un po’, il governo ha appena approvato un secondo decreto sul terremoto che autorizza l’assunzione di 350 amministrativi per ogni regione. Per fare cosa? per fronteggiare l’emergenza.
Quale emergenza, burocratica o umanitaria? E soprattutto: il personale amministrativo scenderà per le strade a sgomberarle?