A Pietro Grasso, ex presidente del Senato, non è piaciuta la mossa della commissione Contenzioso di Palazzo Madama che ha accolto il ricorso di Roberto Formigoni. Dunque, ritorna il vitalizio per i parlamentari “condannati per mafia o terrorismo”. Ma anche gli amici di Grasso possono fare sonni tranquilli.
Insomma, Pietro Grasso combatte la casta ma, a quanto pare, fa un’eccezione per le persone a lui vicine.
Quando Grasso era presidente del Senato, per dire, la moglie di suo figlio Maurilio, Lara Panella, ha lasciato l’incarico di comandante della polizia stradale di Teramo per sbarcare, era il 2015, a Roma nei ranghi dell’intelligence. Ma alla Grasso-family evidentemente non basta e, dunque, per colmare la distanza tra i coniugi, l’anno dopo Maurilio Grasso, funzionario di polizia, viene trasferito dalla squadra mobile dell‘Aquila a quella capitolina.
E non è finita.
Un posto nei servizi segreti lo avrebbe ottenuto anche la moglie di Rosario Salvatore Aitala, magistrato e consigliere per gli Affari internazionali di Grasso quand’era presidente del Senato. Aitala è sempre stato accanto a Grasso. Anche quando, nel 2016, da dodici anni fuori ruolo, Aitala chiede di restare con l’ex procuratore nazionale antimafia a Palazzo Madama per completare l’incarico. Il Csm era spaccato tra favorevoli e contrari nel confermare il collocamento fuori ruolo oltre le scadenze massime, ma Grasso scrisse a Palazzo dei Marescialli per caldeggiare la necessità di avere al suo fianco il suo fedelissimo. Aitala ce la fece, e poco dopo passò ad altro incarico. L’anno successivo Aitala viene eletto tra i giudici della Corte Penale Internazionale dell’Aia senza avere quasi mai fatto il giudice.
Il mattone di Grasso
Il nome di Grasso esce anche quando si tratta di assicurarsi una bella casa romana a un prezzo ben al di sotto del valore di mercato. La storia è del 2013, ma risale al 1999, quando Grasso affitta dal Campidoglio e dalla Cassa per le pensioni dei dipendenti degli enti locali una casa di sei vani e mezzo più cantina e posto auto all’Eur. Due anni dopo, da inquilino, se la compra. Grazie allo sconto riservato agli affittuari delle case degli enti pubblici, la paga solo 255mila euro: il 48 per cento in meno del valore di mercato.