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Pescara: un questore in divieto di sosta che ci ricasca durante un servizio delle ‘Iene’

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È una vicenda opaca, a tratti spaventosa, quella accaduta nella città abruzzese e che rischia di portare alle sbarre un vigile urbano.

Angelo Volpe è l’agente di polizia municipale che aiutò il collega Claudio Di Sabatino a presentare una denuncia sul caso della scomparsa di una multa che, quest’ultimo, fece all’auto privata del questore di Paolo Passamonti in data 8 dicembre 2011. Dopo la rimozione, la Mercedes del questore venne riconsegnata al comando dei vigili urbani. Di Sabatino con un altro suo collega, Donato Antonicelli, raccontano oggi alle Iene, che Carlo Maggitti, attuale comandante dei vigili, chiamò al telefono l’ufficiale di turno per avvertirlo che Passamonti avrebbe ritirato la propria Mercedes di lì a poco. E così fu.

Di strano, di molto strano, nella vicenda c’è che a distanza di un anno dall’elevazione della multa, Di Sabatino trovò nel suo armadietto di lavoro una fotocopia del verbale della multa fatta al questore e una fotocopia del registro dove venivano annotate le targhe delle auto rimosse. Stranamente, nella riga corrispondente alla Mercedes di Passamonti, non furono indicati due dati significativi che, per legge, dovevano essere riportati: cifra della multa codice dell’avvenuta riconsegna. C’era, invece, la firma di Claudio Di Sabatino. Consegna però che non fu fatta da lui e che, proprio per questo motivo, procedette alla denuncia.

Di Sabatino e Volpe si rivolsero, per un consiglio, all’ex comandante dei vigili di Pescara, Ernesto Grippo, che, dopo aver preparato la denuncia, la consegnò ai due vigili che la presentarono prima alla Guardia di Finanza e poi ai carabinieri. Entrambe le forze, a quanto pare, si rifiutarono di accogliere la denuncia e, quindi, di aprire un’inchiesta su Passamonti.  

Il quotidiano Il Tempo pubblicò dei documenti evidenziando il fatto che, nonostante la denuncia dei due vigili, il registro non fosse stato ancora sequestrato ad un anno dal caso. Alcuni giorni dopo piombarono nella redazione del giornale e a casa del giornalista che si occupò del caso, Marco Patricelli, i carabinieri con un mandato di perquisizione. L’obiettivo era quello di avere il nome e il cognome dell’informatore del giornalista. Nel frattempo sparirono i due fogli originali dal registro e, altra notizia, l’inchiesta su Passamonti venne archiviata. 

Il Movimento 5 stelle ‘sposò la causa’ presentando un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno il quale, ad oggi, è ancora in silenzio. 

Tutto finito? Manco per niente. Archiviata l’inchiesta su Passamonti se ne apre una su Angelo Volpe con l’accusa di violazione di segreto d’ufficio. Insomma, il vigile è accusato di aver spifferato la vicenda ad Ernesto Grippo, ex capo della municipale. E per far luce sulla vicenda si è smobilitato un pool di magistrati esperti che, in genere, si occupano di grandi questioni (tangentopoli, casi di corruzioni, ecc.).

 Perché alla Procura sta così a cuore la questione?

Intanto Maggitti, incalzato da Matteo Viviani delle Iene, appare quasi come uno che della vicenda ha sentito solo parlare. Eppure, secondo i due vigili e le indagini dei carabinieri, Maggitti si adoperò in prima persona per la risoluzione del caso peremttendo al questore di ritirare l’auto il giorno stesso.

Maggitti va nel pallone:”Non conoscevo le carte”, “non sapevo”, “non è stata fatta una multa ma un preavviso di pagamento”. Tutto falso in quanto il capo dei vigili viene smentito da Antonio Velardi, giudice di Pace di Milano.

Il questore viene raggiunto dalla Iena a pranzo in un ristorante. Prima di entrare Viviani nota che l’auto di Passamonti è parcheggiata davanti un passo carrabile in zona rimozione. All’uscita l’auto non c’è più perché fatta spostare da qualcuno.

Un questore può parcheggiare su un passo carrabile anche se è a pranzo? E i pescaresi meritano un comandante dei vigili che dice bugie?

ZdO

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