Anche questa è libertà di espressione. Anche questa è democrazia. Metti un tranquillo sabato pomeriggio pescarese tra stelline di Natale e ‘struscio’ quotidiano. Poi, metti, qualche gruppo di sinistra e qualche gruppetto di destra. E l’eccitazione sale alle stelle.
Le Sentinelle in piedi, gruppo di persone definitesi resistenti e che “vegliano su quanto accade nella società” che denunciano “ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”, si sono radunate in piazza Salotto per una protesta silenziosa in difesa della famiglia tradizionale.
“La nostra è una rete apartitica e aconfessionale – ribadiscono gli organizzatori – perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, il nostro non è un movimento, non è un’associazione, bensì un metodo, uno stile, una forma di testimonianza che non può escludere nessuno perché riguarda la coscienza di ogni uomo e il desiderio di infinito che tutti – anche chi ci contesta – ha in fondo al cuore”.
E come manifestano le Sentinelle?
“Vegliamo sullo stile dei Veilleurs debout francesi: in rigoroso silenzio, a due metri di distanza l’uno dall’altro, leggendo un libro in segno della formazione permanente di cui tutti abbiamo costantemente bisogno, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore. Vegliamo nelle piazze italiane di fronte ai luoghi di potere, con la nostra presenza numerosa e silenziosa ribadiamo che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti”.
In Italia le Sentinelle in Piedi sono nate in difesa della libertà di espressione messa in discussione dal ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora al Senato. L’intento, dunque, è quello di “risvegliare le coscienze intorpidite e passive di fronte al pensiero unico”.
Tutto bene, quindi?
Manco per niente. Nonostante le azioni delle Sentinelle stiano attraversando tutte le città europee, in Italia associazioni e Collettivi non ce la fanno ad ascoltare un’opinione diversa dalla loro. Cosicché sabato pomeriggio un gruppetto di rappresentanti di sigle come Arcigay, Collettivo Studentesco e Amnesty International, si sono riuniti sul piazzale della vecchia stazione ferroviaria, inscenando una protesta contro le Sentinelle.
“C’erano una trentina di persone praticamente a qualche metro dai veglianti che provocavano ed insultavano” ha riferito il responsabile regionale di Forza Nuova – mentre la Digos li teneva a bada. Noi ci siamo schierati sul fianco lato monti delle Sentinelle perché sapevamo che sarebbe potuto accadere qualcosa. Alla fine nessun contatto ma c’è mancato davvero pochissimo”.
Quindi quattro studentesse hanno raggiunto piazza Salotto, con decine di persone al seguito e con una quinta giovane hanno simulato un finto matrimonio di due coppie omosessuali celebrato, manco a dirlo, da una sacerdotessa.
Satira, cabaret o rispetto delle idee? Ai posteri l’ardua sentenza.