Nella Pescara bene, quella per intenderci dei fighetti col pantalone corto sulla scarpetta senza calzetta, a voi poveri comuni mortali consigliamo di non andare a cenare. Potreste uscire da qualche locale senza soldi e con più fame di prima.
Nella Pescara bene, quella per intenderci dei fighetti col pantalone corto sulla scarpetta senza calzetta, a voi poveri comuni mortali consigliamo di non andare a cenare. Potreste uscire da qualche locale senza soldi e con più fame di prima.
Capita, infatti, che qualche non vippetto si rechi presso il luogo per eccellenza della movida pescarese per passare una serata diversa. Capita che lo sventurato possa ordinare il minimo indispensabile per sfamarsi e, nonostante tutto, possa arrivare a pagare una cifra assolutamente fuori dalla grazia di Dio. I soliti tromboni diranno:”Se qualcuno va in quei posti sa benissimo a cosa va incontro. E poi, non siamo in un libero mercato?”. Il trombone effettivamente ha ragione però non crediamo che un locale, per il solo fatto che ci sia libero mercato, possa mettere in bella mostra i prezzi per poi fare servire porzioni per neonati.
Capita, quindi, che nell’affollatissima via delle Caserme una bottiglia d’acqua possa costare 2 euro e, un tagliere vegetariano appena sufficiente per una persona, venga venduta per due al modico prezzo di 14 euro.
Ai nostri lettori ci sentiamo di consigliare di rimanersene dalle loro parti la sera e non portare soldi a valle. Vigili urbani e gestori dei locali potrebbero approfittare della vostra buona fede.
Il corpo del delitto
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