Dopo venti anni spariscono i mercatini senegalesi. Dopo venti anni uno Stato che prima aveva autorizzato quei mercatini, manda trecento uomini, tra polizia, carabinieri, Guardia di finanza, Corpo forestale e municipale, a sgomberarli. La ‘violenza’ e la repressione dello Stato, percepita in una freddissima notte di maggio, è stata violentissima.
Antonio Del Furbo
“Ce ne saremmo andati anche senza l’intervento della polizia se qualcuno ce lo avesse detto”.
A dirmelo è stato Luna Mbaye, rappresentante della comunità senegalese mentre con i suoi connazionali attendeva l’arrivo degli agenti per rimuovere il mercato ‘abusivo’. “L’accordo con il Comune era questo: appena un’altra area fosse stata disponibile avremmo abbandonato questa” aggiunge ancora Mbaye.
E in effetti nella delibera, sfornata qualche ora prima del blitz, si legge che “in collaborazione con RFI” è stata individuata “una nuova rea ove insediare il mercato etnico, coincidente con il sottopasso ferovviario denominato SOTTOVIA, che insiste su via Enzo Ferrari”. Peccato che quell’area non è ancora pronta in quanto i soldi (98.000,00 euro) che la Regione Abruzzo ci ha destinato, non ancora arrivano. E peccato che proprio che la Rete Ferroviaria Italiana pare ci abbia ripensato e quell’area non la vuole più rendere disponibile.
“Basta leggere per accorgersi che inadempiente è l’amministrazione che non ha ancora predisposto alternativa e violando impegni presi ordina lo sgombero”, ha commentato Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista. Infatti nella delibera si fa riferimento a un’altra del 10 agosto 2015 in cui il Comune aveva preso l’impegno a individuare “un’area idonea ove localizzare il nuovo mercato etnico”.
E il Comune lo ha individuato? No. Quindi il Comune non avrebbe ottemperato ai suoi obblighi? Parrebbe di sì. E, infatti, sono molti a non vederci chiaro. A novembre 2015 il Consiglio comunale di Pescara approvò, con 14 voti a favore, 10 contrari e 2 astenuti, lo spostamento del mercatino dei senegalesi. Lì ci si accorse che le 100 bancarelle non potevano essere spostate perché l’area è murata.
E non è finita. Sì perché proprio RFI nel 2013, dopo aver cacciato una quindicina di senzatetto, provvide alla muratura. Perché oggi RFI dovrebbe autorizzare di nuovo l’accoglienza? “Non permetteremo un ghetto 2.0” ha tuonato Marco Forconi di Forza Nuova Abruzzo appena appresa la notizia dell’eventuale spostamento delle bancarelle. “Ci opporremo anche fisicamente a una cosa del genere”.
Il processo d’integrazione
I senegalesi, con i loro banchetti, hanno occupato l’area, di quasi 1000 metri quadri, dal 1994 da quando, cioè, una giunta di centrodestra ne autorizzerò lo stazionamento. Da lì doveva partire “un processo di integrazione tra la comunità locale e quella straniera” attraverso la vendita di prodotti. L’attuale presidente di Regione, allora sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, spostò i mercatini nell’area da cui sono stati sgomberati l’altro giorno.
Cosa successe?
Successe che l’assessore al commercio Moreno Di Pietrantonio non si accorse che quell’area non era di loro proprietà e non poterono procedere ad attrezzarla.
Oggi pare non accorgersene nemmeno l’assessore alle Attività produttive Giacomo Cuzzi che vuole “creare un mercato etnico nel tunnel della stazione”. Peccato, però, “che si tratta di un progetto in variante al Piano regolatore, ma serve anche l’ok delle Ferrovie, che non è ancora arrivato“.
Come intende, quindi, l’amministrazione comunale proseguire il processo d’integrazione nel frattempo? Promuovendo “un bando per spostare questi ambulanti nei mercati della città, individuando posti liberi per le loro bancarelle”.
Intanto, il Comune, manda 300 agenti, rinforzati da Napoli, Bari e Senigallia per spostare una cinquantina di ambulanti.
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Per il prefetto “la acclarata illegalità che regna nello spazio occupato impedisce ulteriore tolleranza”. Fatto sta che dopo lo sgombero, il sindaco Alessandrini aveva proposto di riallocare i commercianti in regola nella stessa area sgomberata. Le comiche.
“Nulla rischia di cambiare dopo lo smantellamento” commenta Forconi. “Il sindaco Alessandrini intenderebbe allestire, in via provvisoria e sperimentale, l’ennesimo mercato praticamente a ridosso dell’area sottoposta a sgombero. Incredibile! Come se non bastasse, si continua ad andare avanti per il mercato in pianta stabile sotto un tunnel della stazione. Non lo consentiremo, con ogni mezzo a nostra disposizione!”.
Ma mi chiedo, se Alessandrini ha ringraziato “la comunità senegalese per il senso di responsabilità mostrato durante le operazioni di sgombero che si sono svolte in modo pacifico e senza danni alle persone e cose” e ha ribadito che è una comunità con cui si è confrontato più volte, non poteva evitare, in accordo con il Prefetto, questo inutile spot propagandistico?