La vicenda riguarda incarichi esterni che sarebbero stati assegnati senza avviso pubblico.
Il pm del Tribunale di Pescara, Valentina D’Agostino, ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per abuso d’ufficio a carico del sindaco del capoluogo Adriatico, Luigi Albore Mascia. La vicenda riguarda alcuni incarichi esterni che sarebbero stati assegnati senza avviso pubblico. Le indagini, condotte dalla Digos, sono partite a seguito dell’esposto presentato nel 2012 dai consiglieri comunali Enzo Del Vecchio e Fausto Di Nisio. Sulla questione il sindaco è stato interrogato nel mese di novembre scorso. Ora spetta al gip decidere se archiviare o meno il procedimento.
“Sono stato sentito nell’interrogatorio di garanzia e non aggiungo altro – dichiarò Mascia a novembre scorso a ‘Primadanoi.it’ – . Tutto deve essere custodito sotto la formula del segreto istruttorio. Credo ci siano altre decine di esposti dei consiglieri di minoranza, ma sono a disposizione della giustizia e della Divina Provvidenza”. Enzo Del Vecchio (Pd) e Fausto Di Nisio (Idv), sollevarono all’epoca dubbi sugli incarichi esterni affidati dal primo cittadino con affidamento diretto. “Il regolamento, tra l’altro fatto dalla precedente amministrazione di Luciano D’Alfonso, non prevedeva l’avviso pubblico: io, anzi i miei uffici che si occupano di queste cose hanno applicato il regolamento che non prevedeva l’avviso per gli incarichi” sostenne Mascia all’epoca. Le consulenze attenzionate furono quelle per l’ambiente alla società Geoalp e quella per l’urbanistica a Salvatore Colletti.
Sei in totale gli incarichi contestati dall’opposizione tra cui quello assegnato allo storico e presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, incarico che invece non rientrò nell’inchiesta. Al magistrato Mascia spiegò che per quegli incarichi vennero corrisposti a Francesco Di Donato 29 mila euro e all’architetto Colletti 39 mila euro per elaborare alcuni progetti per l’amministrazione. A fine gennaio 2012 Del Vecchio presentò, in un’interrogazione seguita da un esposto scrisse:”L’amministrazione Mascia avrebbe dovuto fare degli avvisi pubblici prima di affidare gli incarichi, così come stabilisce l’articolo 110, comma uno, del decreto legislativo 267 del 2000. Invece, tutto è avvenuto nel più assoluto silenzio”. Il giorno dopo, l’assessore al Personale Marcello Antonelli rispose a Del Vecchio: “I cosiddetti articoli 110, 6º comma, citati da Del Vecchio, non sono tutti uguali: ci sono i contratti come quelli con Giordano Bruno Guerri che sono assimilati a contratti di consulenza; il contratto con la Geoalp non è una consulenza, ma un incarico con società con stabile organizzazione che non rientra nel tetto di spesa citato da Del Vecchio mentre il contratto con Colletti non è un contratto di consulenza, ma un incarico di progettazione per alcuni piani di zona ai sensi del codice dei contratti”.
Fu chiesta l’archiviazione anche per i fatti di ‘Pescara 2012’. Poi, la polemica sull’indennizzo inserito nel documento finanziario: la cosiddetta ‘indennità di fine mandato’ istituita per legge dello Stato nel 2000. Anche in quel caso il Pd contestò la somma dei 26mila euro che Mascia si attribuì:”quell’indennità di fine mandato è stata percepita anche dall’ex sindaco Luciano D’Alfonso e ancora prima da Carlo Pace e alla scadenza del mandato la dovrà percepire anche il sindaco Mascia, non per scelta, ma perché è previsto dalla legge” precisò l’assessore alle Finanze Massimo Filippello.
ZdO