Pedofilia, un rapporto tira in ballo Ratzinger: 497 vittime di abusi
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Una vicenda pesantissima che si abbatte sulla vita di Benedetto XVI a nove anni dalle sue dimissioni.

Dal rapporto indipendente sulla pedofilia del clero dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, di cui Ratzinger fu arcivescovo dal 1977 al 1981, è emerso che sono almeno 497 le vittime degli abusi. Si tratta di giovani di sesso maschile, il 60 per cento dei quali di età compresa fra gli 8 e i 14 anni. Gli abusatori 235, fra cui 173 preti, 9 diaconi, 5 referenti pastorali e 48 persone dell’ambito scolastico.

Ai numeri si aggiunge il fatto che il Papa emerito viene accusato di negligenza in quattro casi nel periodo in cui guidava l’arcidiocesi bavarese. Accuse che Benedetto XVI, dal Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano dove vive ritirato dopo le dimissioni, ha respinto fermamente in una dichiarazione scritta allegata al rapporto. L’indagine è stata condotta dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl e riguarda un arco temporale di 70 anni, dal 1945 al 2019.

“Il fallimento della Chiesa”

Già alcuni mesi prima della pubblicazione dei risultati, il cardinale Reinhard Marx, che dal 2007 guida l’arcidiocesi bavarese, aveva rassegnato le sue dimissioni ammettendo il fallimento della Chiesa cattolica sulla pedofilia del clero. Dimissioni subito respinte da Francesco. Come riporta Il Fatto, il porporato aveva spiegato il significato del suo gesto:

“Sostanzialmente per me si tratta di assumermi la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni. Le indagini e le perizie degli ultimi dieci anni mi dimostrano costantemente che ci sono stati sia dei fallimenti a livello personale che errori amministrativi. Ma anche un fallimento istituzionale e sistematico. Le polemiche e discussioni più recenti hanno dimostrato che alcuni rappresentanti della Chiesa non vogliono accettare questa corresponsabilità e pertanto anche la colpa dell’istituzione. Di conseguenza rifiutano qualsiasi tipo di riforma e innovazione per quanto riguarda la crisi legata all’abuso sessuale. Io la vedo decisamente in modo diverso”.

Durante il summit sulla pedofilia del clero convocato da Francesco in Vaticano nel febbraio 2019, il porporato disse:

“I dossier che avrebbero potuto documentare i terribili atti e indicare il nome dei responsabili sono stati distrutti o nemmeno creati. Invece dei colpevoli, a essere riprese sono state le vittime ed è stato imposto loro il silenzio”.

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Per il porporato, infatti, “le procedure e i procedimenti stabiliti per perseguire i reati risultano deliberatamente disattesi, e anzi cancellati o scavalcati. I diritti delle vittime sono di fatto calpestati e lasciati all’arbitrio di singoli individui. Sono tutti eventi in netta contraddizione con ciò che la Chiesa dovrebbe rappresentare. Il modo in cui l’amministrazione della Chiesa è stata strutturata e svolta non ha contribuito a unire tutto il genere umano e ad avvicinare di più gli uomini a Dio ma. Al contrario, ha violato tali obiettivi”.

La Santa Sede – ha commentato il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni ritiene di dover dare la giusta attenzione al documento di cui al momento non conosce il contenuto. Nei prossimi giorni, a seguito della sua pubblicazione, ne prenderà visione e potrà opportunamente esaminarne i dettagli”.

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