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Pdl Spoltore: no referendum su “Nuova Pescara”

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Il Popolo della Libertà di Spoltore si dice contraria alla proposta referendaria sulla fusione di Spoltore, Pescara e Montesilvano. Il grande Comune che si chiamerà “Nuova Pescara” non convince Marina Febo, coordinatore e capogruppo del PDL di Spoltore e Marco Della Torre, consigliere.

Il Popolo della Libertà di Spoltore si dice contraria alla proposta referendaria sulla fusione di Spoltore, Pescara e Montesilvano. Il grande Comune che si chiamerà “Nuova Pescara” non convince Marina Febo, coordinatore e capogruppo del PDL di Spoltore e Marco Della Torre, consigliere.

«La “Nuova Pescara” è solo uno ‘slogan politico-elettorale vuoto’» aggiunge la Febo, «privo di vantaggi reali per i cittadini, in controtendenza rispetto alle diverse forme di associazionismo non forzoso degli enti locali e del tutto decontestualizzato rispetto a una politica nazionale che non ha ancora deciso sulla ripartizione degli enti territoriali, il futuro delle Province e la eventuale creazione delle macro regioni». 

Il progetto di fusione

La competizione economica è alla base dell’idea di Carlo Costantini del Movimento139 che propone una fusione tra le tre principali città metropolitane della costa abruzzese: Pescara, Spoltore e Montesilvano. Lo studio di fattibilità, elaborato dal docente di Architettura Roberto Mascarucci e dall’economista Nicola Mattoscio, vede la “conurbazione” delle tre aree al fine di fondere storia, economia, infrastrutture e risorse finanziarie. Una razionalizzazione dei fondi da una parte e un rilancio delle infrastrutture dall’altra.

 

E’ la solita politica del ‘Cambiare tutto per non cambiare niente’

Per il Pdl di Spoltore la fusione è uno strumento adatto per i Comuni di piccole dimensioni tant’è, spiegano, «si sopprimerebbero i tre Comuni e se ne costituirebbe uno nuovo, più grande. Ma, per l’ampiezza del territorio e il numero degli abitanti, se si volesse continuare ad assicurare la giusta vicinanza al cittadino, la legge consente la costituzione di Municipi, anche con propri organi eletti, per la gestione dei servizi di base e per prevenire il rischio che le comunità eliminate siano messe in secondo piano nell’erogazione dei servizi fondamentali». Insomma una proposta, quella di Carlo Costantini, che, secondo Febo e Della Torre, non ha gambe per camminare e, precisano, Spoltore sarebbe fortemente penalizzata perché più piccola rispetto agli altri due Comuni.

Nessuna certezza di risparmio

Per il Pdl spoltorese:«non esiste, allo stato attuale, alcuno studio o analisi che abbia verificato il reale risparmio derivante da una tale operazione» e, aggiunge, che:«se si vuole migliorare la vita dei cittadini di questi tre comuni, la soluzione è quella di ‘convenzionare’ i servizi più importanti, per renderli più efficienti e fruibili, senza ledere l’autonomia e la specificità di ciascun ente». Quindi una stoccata al sindaco di Spoltore Di Lorito che:«negli ultimi quindici anni ha già tentato di trasformare Spoltore in un quartiere dormitorio di Pescara, e dopo aver vestito i panni di Ponzio Pilato in relazione a importanti questioni che noi abbiamo denunciato nell’ultimo anno, ora non faccia il Giuda della situazione: non consegni il nostro territorio nelle mani di chi – è evidente – non ha alcun interesse a fare il bene di Spoltore e dei nostri concittadini».

 

 

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