Respinta la richiesta di dichiarare inutilizzabili le intercettazioni nei confronti di Luca Palamara, come invece sollecitato dalla sua difesa. Così ha deciso il gup di Perugia Piercarlo Frabotta.
Palamara-gate. La decisione è stata presa dal giudice dopo diverse ore di camera di consiglio, nell’ambito dell’udienza preliminare relativa al troncone principale d’inchiesta che vede coinvolto l’ex consigliere del Consiglio superiore della magistratura insieme a Fabrizio Centofanti e Adele Attisani. Il gup ha così accolto la tesi della procura che ha sempre considerato utilizzabili le intercettazioni.
Rigettata, tra l’altro, l’istanza per una perizia sul server a Napoli di Rcs, la società che ha fornito ai magistrati gli apparati e i programmi per svolgere le intercettazioni a carico di Palamara. Nel corso dell’udienza al Centro Capitini sono stati sentiti in aula gli esperti del Cnaipic della polizia postale: il loro compito è stato quello di eseguire una serie di accertamenti irripetibili su 20 file, riferibili al trojan sul telefono di Palamara, ancora presenti sul server. L’inizio della discussione da parte della procura è fissato per l’8 luglio prossimo.
La reazione di Palamara
“Prendiamo atto della decisione del giudice. Restiamo in attesa degli accertamenti definitivi da parte della procura di Firenze. La battaglia per la verità anche sul trojan continua. Ricorreremo nelle sedi opportune, in Cassazione e alla Corte Europea” ha detto Palamara commentando la decisione del gup di Perugia. Sulla decisione presa si è espresso anche Raffaele Cantone, procuratore di Perugia, che ha ribadito la totale fiducia nella correttezza del lavoro svolto: “Abbiamo individuato e portato gli aspetti critici all’esame del giudice ma siamo stati sempre confidenti e consapevoli che le intercettazioni erano state svolte in modo regolare. E oggi il giudice lo ha riconosciuto”.
La difesa
L’avvocato Benedetto Buratti – che insieme a Roberto Rampioni e Mariano Buratti difende Palamara – riferisce che con il proprio tecnico è stato riscontrato che tre file tra quelli analizzati dalla polizia postale non sarebbero arrivati a Roma: “Durante l’ispezione disposta dalla procura di Napoli e le operazioni irripetibili disposte dal gup di Perugia e dalla procura di Firenze non si è accertato nulla rispetto alla traccia lasciata dal trojan sul server Css di Napoli l’8 settembre 2019”. Ecco perché avevano insistito sulla inutilizzabilità sulle intercettazioni e sulla richiesta di una perizia completa sul server. Le intercettazioni invece, per la procura di Perugia, sono da ritenersi “legittime perché rispecchiamo i criteri e sono state fatte in modo rituale”.
E il Palamara-gate va avanti.