È andata male a Luca Palamara: la Sezione disciplinare del Csm ha respinto le nuove istanze di ricusazione dei giudici che si stanno occupando del processo disciplinare a suo carico. Il Palamara-gate va avanti.
Palamara è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Altri 5 ex consiglieri del Csm, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Luigi Spina, Antonio Lepre e Gianluigi Morlini, sono accusati di un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei colleghi e di interferenza nell’attività del Csm. Al centro dell’accusa per tutti c’è la riunione all’hotel Champagne del 9 maggio del 2019, intercettata grazie a un trojan nel cellulare di Palamara, imputato a Perugia per corruzione.
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In quella sede non istituzionale, secondo la contestazione, il gruppo discusse con i politici Cosimo Ferri e Luca Lotti le strategie sulle future nomine ai vertici delle procure, a partire da quella di Roma. Condotta che la Procura Generale della Cassazione ha ritenuto particolarmente grave. Lotti all’epoca era già imputato nel processo romano Consip.
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In precedenza Palamara aveva ricusato Davigo, ma l’istanza era stata respinta. Per Ferri -che aveva ricusato i componenti laici Stefano Cavanna (Lega) e Michele Cerabona (Forza Italia) – il processo è stato sospesoì. “Non ricorrono i presupposti della disciplina della rimessione” ha stabilito il collegio dei giudici.
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Secondo Palamara, invece, il processo disciplinare dove essere rimesso alle Sezioni Unite della Cassazione per valutare se sollevare una questione di incostituzionalità alla Consulta.
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L’ex presidente dell’Anm ha depositato una memoria: “Dalla messaggistica estratta dal telefono cellulare dello scrivente, acquisita agli atti dell’inchiesta svolta a carico del sottoscritto dalla Procura di Perugia, è emerso il ruolo che il sottoscritto, e con il medesimo, anche gli onorevoli Cosimo Maria Ferri e Luca Lotti, ha avuto nell’accordo politico che portò all’elezione dell’attuale Vice-Presidente del Csm David Ermini (in particolare, all’esito di una cena presso l’abitazione dell’Avv. Giuseppe Fanfani, ex membro laico del Csm nella consiliatura 2014/2018, circostanza sulla quale la difesa dello scrivente ha articolato prova per testi, chiedendo l’escussione sia dell’On. Ermini che dell’Avv. Fanfani), se ne trae una ragione di più per dubitare dell’effettiva serenità con cui codesta Ill.ma Sezione Disciplinare potrà assumere le proprie ‘libere determinazionì giudicare i fatti per cui oggi è giudizio”. Dunque, citando gli atti giudiziari in pratica Palamara ammette di essere stato fondamentale per l’elezione di Ermini.
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