È stato sindacalista e politico. Ministro della Repubblica e segretario nazionale del Partito Socialista Italiano. Poi la sua carriera si è interrotta proprio nella sua terra: in Abruzzo.
Processo Del Turco e la “montagna di prove”
Del Turco è stato anche membro della direzione nazionale del Partito Democratico che lui stesso ha contributo a fondare. Un partito, tra l’altro, che nel momento del bisogno, ovvero nei giorni dell’arresto per il processo Sanitopoli, non ha speso nemmeno una parola nei suoi confronti.
Del Turco dopo aver conseguito il diploma di licenza media si è spostato a Roma muovendo i primi passi nell’INCA, Istituto nazionale confederale di assistenza. Da lì arrivò ad essere sindacalista di area PSI quindi membro della FIOM.
Approda alla CGIL di Luciano Lama e ne diventa il braccio destro come segretario aggiunto, sempre in rappresentanza di quella corrente socialista.
Poi arriva il 1992 e in piena Tangentopoli Del Turco sceglie di entrare in politica. Nel 1993 diventa il segretario nazionale del Partito Socialista Italiano. Durante il secondo governo Amato (2000-2001) ricoprì l’incarico di Ministro delle Finanze. Nel 2004 viene eletto al Parlamento europeo nella circoscrizione sud, con 180.000 preferenze, per la lista Uniti nell’Ulivo e si iscrive al Partito Socialista Europeo. Alle elezioni regionali del 3 e 4 aprile 2005 viene eletto presidente della Regione Abruzzo con l‘Unione riportando il 58,1% dei voti.
Furono gli anni del ritorno alla sua terra e di guerre combattute a viso aperto: da quella a alla Sanità privata a quella contro chi si opponeva alla costruzione del Centro Oli di Ortona. Da sempre favorevole al progetto del centro petrolchimico e contro la forte e netta opposizione della popolazione locale gli portò non poche antipatie.
Nel 2002 la trasmissione d’inchiesta Report mise in luce l’interesse di imprenditori privati e multinazionali spagnole del gioco d’azzardo che nel 1999, sotto il governo D’Alema, erano fortemente interessati a mettere le mani nelle strutture del neonato Bingo. Una questione strana per la Gabanelli visto che Vincenzo Visco, Vincenzo Scotti e Luciano Consoli “Formula Bingo”, società che svolge consulenze per l’apertura delle sale bingo e rapidamente ottiene 214 delle 420 concessioni promesse dalla normativa, grazie anche all’alleanza con Codere, una multinazionale spagnola del gioco d’azzardo. Il decreto legge fu firmato da Del Turco che spiegò:“Quando arrivo’ in ministero c’era una gran frenesia attorno a questa storia dell’introduzione del bingo in Italia. La ragione stava nel fatto che nei quattro anni precedenti i giochi avevano dato un contributo importante alle finanze dello stato e all’ordine dei nostri conti. Un pezzo del nostro ingresso nella moneta unica europea ce lo siamo pagati diciamo con le entrate del lotto”.
La mazzata, però, per Del Turco arriva nel 2008 quando viene arrestato dalla Guardia di Finanza a seguito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara, insieme a una decina tra assessori, ex-assessori, consiglieri ed alti funzionari della Regione Abruzzo “con l’accusa di associazione per delinquere, truffa, corruzione e concussione, nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Pescara sulla gestione della sanità di iniziativa privata in Abruzzo.” Gli vennero contestati movimenti di denaro per circa 14 milioni di euro. Per questo fu detenuto nel carcere di Sulmona (AQ) ventotto giorni, uscendone l’11 agosto a seguito di concessione degli arresti domiciliari da scontare nel paese natale di Collelongo.