In Italia la critica è permessa verso tutto e tutti. O quasi. Sì perché nel caso qualcuno si prenda la briga di muovere qualche critica alla casta dei magistrati allora son dolori. Fortissimi peraltro. Ne sa qualcosa Otello Lupacchini
La regola è casta non tocca casta. O meglio: casta non critica casta. E siccome nel nostro Paese la casta intoccabile e potente è quella dei magistrati ecco che le cose si complicano per chi osa mettere in discussione l’apparato.
E Otello Lupacchini, ex Procuratore generale di Catanzaro, che aveva mosso critiche nei confronti del collega Nicola Gratteri riguardo la spettacolarità della sua retata anti ‘ndrangheta, è a conoscenza dell’aria che tira per i “disertori” negli ambienti del Csm. La retata di Gratteri ha portato a oltre 300 arresti e, appena dopo, a più di 140 scarcerazioni da parte del Tribunale delle libertà. Qualcuno lo ha definito un flop, una semplice mossa mediatica.
L’ex procuratore, con una velocità mai vista prima, su richiesta del ministro in persona, è processato, condannato, degradato sul campo e mandato in punizione a 1000 chilometri dall’attuale sede del suo lavoro. E gli è stato anche tolto il diritto di pronunciare il discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario. Trattato, insomma, come un disertore.
Lupacchini, in un’intervista a TgCom24, aveva affermato di aver appreso solo dalla stampa i nomi degli arrestati e la ragione dei provvedimenti nel blitz ordinato da Gratteri. E, dunque, di non essere stato informato preventivamente come invece imporrebbero le regole sul rapporti tra la procura ordinaria e la procura generale.
L’ex procuratore, però, l’allarme sulle presunte violazioni riscontrate nel mancato coordinamento tra la Procura Distrettuale guidata da Gratteri e la Procura Generale di Catanzaro l’aveva lanciato ben prima della discussa intervista al Tgcom. Lupacchini, con un esposto al Procuratore generale della Corte di Cassazione e allo stesso Guardasigilli, aveva già comunicato l’argomento espresso nell’intervista. Su quella denuncia è calato il silenzio.
Otello Lupacchini ora lavora a un ricorso, visto che il trasferimento avrà delle ricadute negative sulla sua carriera. Da un lato c’è il Riesame, che sta ridimensionando molte delle misure restrittive decise dal gip sulla base delle carte dell’inchiesta. Dall’altro emergono le prove che lo scontro tra Lupacchini e Gratteri ha radici antiche. C’è persino un’interrogazione parlamentare rivolta al Guardasigilli, su cui è calato il silenzio di Via Arenula.