La recente approvazione da parte della Camera dell’articolo 14 del disegno di legge sulla sicurezza ha sollevato un acceso dibattito politico e pubblico.
Nuova legge blocchi stradali: carcere per attivisti. I dettagli e le reazioni. Il testo, proposto dal governo su iniziativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, prevede pene detentive da sei mesi a due anni, senza possibilità di sostituzione con sanzioni pecuniarie, per chi impedisce la libera circolazione su strade o ferrovie, bloccandole con il proprio corpo, se l’azione è compiuta da più persone riunite. La norma, soprannominata “anti-Gandhi” dalle opposizioni, potrebbe trasformare in reato i blocchi stradali degli eco-attivisti, come quelli di Ultima Generazione, finora puniti con sanzioni amministrative.
Il voto in Aula ha visto forti reazioni da parte delle opposizioni.
Laura Boldrini del Partito Democratico ha descritto l’articolo come un provvedimento “liberticida” contro lavoratori e ambientalisti, mentre Gianni Cuperlo ha sottolineato il rischio di coinvolgere anche manifestazioni studentesche. Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle ha promesso di continuare a manifestare accanto ai lavoratori sfruttati, nonostante le nuove misure. Angelo Bonelli ha definito l’approvazione come una svolta negativa per la qualità democratica del Paese, evidenziando come in passato operai di varie aziende abbiano occupato le strade per rivendicare i loro diritti.
Sergio Costa, vicepresidente M5s della Camera, ha criticato duramente il provvedimento, definendolo contrario ai principi costituzionali di libertà di espressione del dissenso. Ha argomentato che la resistenza pacifica, come sedersi per terra o rimanere fermi, non dovrebbe essere equiparata a un atto criminale. Costa ha ribadito la necessità di un equilibrio tra ordine pubblico e tutela dei diritti civili, condannando la criminalizzazione dell’attivismo pacifico.
Anche Arturo Scotto del PD ha ricordato episodi passati, come le proteste degli operai della Whirlpool di Napoli, che hanno bloccato strade e ferrovie per difendere i posti di lavoro: secondo la nuova norma, quei lavoratori rischierebbero ora pene detentive fino a due anni. A suo avviso, questa legge rappresenta una grave minaccia alla possibilità di esprimere il dissenso in modo pacifico.
Il provvedimento era stato già duramente criticato lo scorso giugno, quando passò in Commissione.
Federico Cafiero De Raho, del Movimento 5 Stelle, aveva denunciato l’intenzione del governo di colpire il diritto dei cittadini a manifestare pacificamente. Valentina D’Orso, del medesimo gruppo politico, aveva avvertito che la norma potrebbe aumentare la conflittualità sociale e i rischi per le forze dell’ordine, non per migliorare la loro condizione, ma per difenderli da tensioni che le scelte del governo stesso stanno alimentando.
L’opposizione ha sollevato molte preoccupazioni riguardo all’approccio del governo verso il dissenso, considerato come un segnale allarmante per la democrazia italiana. Devis Dori, di Alleanza Verdi e Sinistra, ha sarcasticamente suggerito che il testo della legge sembri più scritto con un manganello che con una penna, esprimendo così il timore che si stia inaugurando una stagione di repressione del dissenso pacifico.