La mattinata è stata calda dalle parti di Montesilvano. Un sabato che ha segnato la nascita ufficiale del partito che appoggerà, in tutto e per tutto, la Lega di Matteo Salvini di Antonio Del Furbo
E i toni e gli argomenti sono stati subito chiari:“Un anno e mezzo fa – ha tuonato il coordinatore regionale, Simone Angelosante, – il destino dell’Abruzzo sembrava scritto. L’entourage di Renzi si affermava e approfittava di un centro destra in declino; l’oligarchia di sinistra catto-comunista sembrava ci avesse governato per tanti anni.” Ma ora, per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista, ci sono loro, gli amici di Matteo. Quello giusto però. Insomma, cannoni puntati contro quei comunistacci radical chic che tanto male continuano a fare a quell’Italia non più secessionista.
“Non abbiamo il dovere di far entrare chiunque in Italia. Per quale motivo dobbiamo accogliere i profughi, per arricchire le cooperative rosse?” ha aggiunto ancora Angelosante. “Tra qualche giorno arriveranno 800 profughi per cui sono stati stanziati 9 milioni di euro.” E a Gasparri, che in quel di Celano ha definito Salvini un estremista dei toni, il coordinatore gli ricorda che mentre gli abusivi possono fare quello che gli pare, al lavoratore autonomo che dimentica di fare lo scontrino lo Stato gli chiude l’attività. Applausi scroscianti. Tutto ruota al leaderismo di Matteo:“un uomo in grado di parlare alla gente e affrontare problemi quotidiani”. Tutti lo vogliono, tutti lo adorano quindi. È l’ora della riscossa per lo stato maggiore del partito abruzzese. E l’oro rappresentano l’entusiasmo della “parte buona della società, che si sente discriminata e che oggi vuole un riscatto”. Le donne e gli uomini di Salvini, insomma, guardano sicuramente a Marine le Pen in Francia, ma anche a Tsipras in Grecia cui unico denominatore comune tra i due è che entrambi esprimono la voglia di cambiamento dei popoli europei e, soprattutto, la rabbia contro “questa dittatura”. Assicurano di non essere razzisti, anzi, sono gli stessi italiani ad essere ghettizzati dagli stranieri. È in atto, dunque, un vero e proprio attacco razzista verso i popoli europei. “I burocrati europei stanno capendo che devono fare un passo indietro perché sono alla fine. La Bce ha scelto gli ultimi tre presidenti del Consiglio italiano: Monti, Letta e Renzi”. Poi l’attacco all’Ncd di Alfano, definito il magna magna, e l’inutile Patto del Nazareno servito solo per spartirsi interessi. Una politica, quella abruzzese, in perfetta linea con quella nazionale: D’Alfonso è solo chiacchiera.
Un movimento che si gioca le proprie idee sui social network e nelle piazze che è contro i potentati europei e con i giovani che vogliono fare impresa ma che stanno fuggendo all’estero. Quindi la stoccata finale ai parlamentari abruzzesi del Movimento 5 stelle:“Per ambire a prima forza regionale però bisogna essere qualcuno nella vita e aver dimostrato qualcosa. I parlamentari eletti con Grillo prima di arrivare in Parlamento erano zero. Noi nella nostra squadra abbiamo pezzi da novanta come Alfredo Castiglione.” Applauso, tra la folla, anche di Massimo Desiati, ex assessore regionale nella giunta Pace, poi passato a Grande sud.
Insomma: fatece largo che passamo noi.