“La reazione più sbagliata rispetto a quanto emerso dall’inchiesta di Perugia” sul tentativo di influenzare le nomine del Csm per alcune procure “è fingere stupore. Non ci dobbiamo stupire, dobbiamo prendere atto che negli ultimi decenni un tarlo molto insidioso si è insediato nella magistratura”.
A dirlo è il procuratore Nino Di Matteo. “Un tarlo – aggiunge – rappresentato dal collateralismo politico, dal carrierismo, dall’esasperazione del correntismo, dalla gerarchizzazione impropria degli uffici di procura e contraria al principio costituzionale di magistratura come potere diffuso, dalla formazione di cordate di magistrati”. “C’è anche il tarlo – ha concluso – della rassegnazione dei magistrati perbene, che hanno accettato questo sistema come se fosse l’unico sistema di autogoverno della magistratura”.