Con la scusa di tutelare i medici italiani che chiedono lo scudo penale contro eventuali denunce e azioni legali, un emendamento del Pd, a prima firma Andrea Marcucci, chiede una tutela anche per le figure amministrative, che cancellerebbe il reato di epidemia colposa. Insomma, arriva l’emendamento salva-politici
In piena emergenza coronavirus, mentre morti e infettati continuano ad aumentare, la politica italiana, come spesso accade, pensa ad altro. Se a Bergamo e provincia ci sono 4.500 morti nel solo mese di marzo, a Roma si studia come creare uno scudo penale in grado di tutelare la politica dal reato di epidemia colposa per mantenere solo quello di epidemia dolosa.
L’emendamento a firma Marcucci del Pd
I partiti di maggioranza e opposizione hanno depositato emendamenti al decreto ‘Cura Italia’ per ridefinire, per il periodo di emergenza da Covid19, il perimetro della responsabilità per medici e operatori del settore. Le richieste vanno dall’esonero totale, che cancellerebbero la responsabilità penale, civile, amministrativa ed erariale di tutti i protagonisti di questa vicenda, a richieste di rendere perseguibili penalmente le sole colpe gravi, fino alle richieste di chiedere il patrocinio gratuito dello Stato a chi sarà accusato di presunti errori. Si attende, a questo punto, la decisione della Commissione Bilancio del Senato, che vaglierà gli emendamenti prima della discussione in Aula. L’emendamento porta la prima firma del capogruppo del Partito Democratico al Senato della Repubblica, Andrea Marcucci. La proposta ha già incassato il parere favorevole del Governo.
Gli effetti
Se l’emendamento dovesse passare verrebbe limitata la punibilità penale per “le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie – professionali – tecniche amministrative del Servizio sanitario” abbracciando persino le violazioni “macroscopiche” di “colpa grave”. Il testo prevede la protezione non solo delle “condotte professionali”, ma anche “delle condotte gestionali o amministrative” purché non “sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”.
Salvare politici e burocrati
Pare di capire, quindi, che il decreto “Cura Italia” andrà a salvare burocrati e i dirigenti amministrativi. Insomma, sembrerebbe proprio che il vero scopo della norma sia quello di tutelare la direzione politica e gestionale dell’emergenza Covid19 che, come primo effetto, faciliterebbe la difesa dei futuri imputati.
“Qui si sta cercando di precostituire una assoluzione per le responsabilità che in realtà non hanno carattere sanitario e medico, ma manageriale, probabilmente politico” ha spiegato a Tpi il senatore Gregorio De Falco del gruppo misto. “Mi è stato detto che in questo momento sarebbe opportuno proteggere quei ragazzi, quei volontari che sono buttati al fronte, senza che abbiano una esperienza adeguata, magari non specializzati, ma qui non stanno proteggendo quelle specifiche categorie, qui si sta proteggendo tutto il sistema sanitario. Perché? E da che cosa? Forse dalle responsabilità che hanno assunto per aver messo medici e infermieri nelle condizioni di lavorare con quella carta straccia che hanno indosso al posto delle mascherine? Questo è gravissimo. Penso che si sia scritta una cosa che va ben oltre le intenzioni.”
I medici sono già coperti da una legge
“La responsabilità dei medici è già coperta da una recente legge – aggiunge De Falco – quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento di questo tipo”.
Già la legge 24/2017, altrimenti detta Legge Gelli, ha cambiato il rapporto medico-paziente e medico-struttura in una visione della regolarizzazione della responsabilità civile e penale dei soggetti coinvolti. L’obiettivo della legge è quello di rispondere alle dinamiche del contenzioso medico legale, fenomeno che ha causato un aumento sostanziale del costo delle assicurazioni per professionisti e strutture sanitarie.
Fino al periodo ante Legge Gelli Bianco il medico dipendente di struttura privata era responsabile per colpa lieve e colpa grave solo su rivalsa della struttura sanitaria che aveva pagato il risarcimento del danno. Per quanto riguarda il medico dipendente pubblico era (ed è anche oggi) responsabile solo per colpa grave con sentenza della Corte dei Conti. Il medico libero professionista era responsabile per colpa lieve e grave congiuntamente alla struttura sanitaria. Con la legge Gelli Bianco questa distinzione si gioca su piani differenti. Il medico è cioè responsabile civilmente a prescindere dal suo inquadramento mentre la struttura in cui esercita è tenuta a rispondere al danno per responsabilità contrattuale.
La commissione d’inchiesta
Che il clima si stesse appesantendo intorno agli amministratori pubblici era ben chiaro ai più attenti e, soprattutto, ai diretti interessati. A rincarare la dose sulle responsabilità proprio Matteo Renzi il quale ha dichiarato nei giorni scorsi che “un paese che ha registrato un numero di morti così elevato come il nostro, diecimila e più, è un paese che ha il dovere, come minimo sindacale, di chiedere una commissione d’inchiesta per capire cos’è andato storto tra gennaio e febbraio. Che cosa non ha funzionato, chi ha fallito”.
Di pari passo sono sorte iniziative per denunciare il governo e i responsabili amministrativi per una reazione considerata piena di errori e insufficienze. Carlo Taormina, avvocato ed ex parlamentare del centrodestra, ha parlato di oltre mezzo milione di adesioni alla sua denuncia contro il premier Giuseppe Conte.
Per ciò che riguarda le tutele dei medici, invece, nulla di tutto ciò la tutela penale viene introdotta per “funzionari ed agenti” responsabili di “condotte gestionali o amministrative poste in essere in palese violazione dei principi basilari delle professioni del Servizio sanitario nazionale”.
Veramente l’emendamento ha come primo firmatario Matteo Salvini, e non esiste firma di Marcucci, ma Borgonzoni ecc. Trattasi dell’emendamento 1.1 al DDL 1766 reperibile dal sito ufficiale del Senato:
Salvini, Romeo, Calderoli, centinaio, Stefani, Borgonzoni, Siri, Arrigoni… queste le prime firme.
Parliamo di un altro emendamento, quello del Pd appunto.