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NEL 2012 CHIUSE 64.000 IMPRESE

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Le famiglie italiane sempre più in crisi. Le aziende chiudono e i portafogli si svuotano: una crisi che noon conosce fine

«Questa caduta disastrosa trascina con se’ migliaia di chiusure: nel 2012, nel solo commercio al dettaglio, hanno cessato la loro attivita’ piu’ di 64mila imprese, per un saldo negativo del comparto di piu’ di 20mila unita’». Cosi’, in una nota, l’Ufficio economico Confesercenti commenta il calo record di vendite rilevato dall’Istat nel 2012. «Con questo andamento, che cumula recessione, tasse insostenibili, calo di vendite e consumi l’emorragia di imprese continuera’ a ritmi sostenuti anche quest’anno».

SETTORE ALIMENTARE, UN CALO DRASTICO 

Nel settore alimentare il calo è drastico: un dato che indica un preoccupante impoverimento delle famiglie, causato dall’aumento della pressione fiscale e della disoccupazione (quella giovanile ha toccato la cifra record del 36,5% quest’autunno) e dall’elevata inflazione sostenuta dalle imposte (IMU e adeguamento accise sui carburanti). «Se a questi fattori si unisce la necessita’ di ripristinare uno stock di risparmio precauzionale, non ci si puo’ aspettare una ripresa dei consumi a brevi. A scenario invariato, riteniamo anzi che nel 2013 possa realizzarsi una nuova forte flessione della spesa, nell’ordine di 10 miliardi di euro». 
«Neppure l’effetto Natale – conclude Confesercenti – ha fermato questa deriva che e’ pericolosissima per le sorti della nostra economia. La priorita’ del dopo elezioni e’ una sola: cambiare rotta e fare tutto il possibile per restituire al Paese fiducia, utilizzando la seconda parte del 2013 per riattivare la crescita. Ma questo dato deve seppellire anche l’irresponsabile prospettiva – sempre piu’ vicina – di un nuovo aumento dell’Iva, mentre le risorse vanno trovate con un coraggioso piano di tagli alla spesa pubblica ed agli sprechi».

COMMERCIO: CIA, IL 53% DELLE FAMIGLIE RIDUCE ALIMENTARE 

«Nelle dispense si moltiplicano cibi in scatola e surgelati e si ricorre sempre piu’ spesso al “junk food”, a tutto discapito dei prodotti freschi: nell’ultimo anno, ad esempio, ben il 41,4 per cento delle famiglie ha ammesso di aver diminuito i consumi di frutta e verdura. Dati che si rispecchiano nell’andamento delle tipologie commerciali: nel 2012, infatti, a crescere sono soltanto i discount (+1,6 per cento) -osserva la Cia- mentre i supermercati “resistono” con un +0,1 per cento e le piccole botteghe di quartiere precipitano al -3 per cento. Addirittura anche gli italiani che non rinunciano ai prodotti biologici, ora li vanno a comprare negli esercizi piu’ “cheap”: negli ultimi dodici mesi la spesa “bio” nei discount ha avuto un incremento record pari al +25,5 per cento, soppiantando di gran lunga quella al supermercato (+5,5 per cento».

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