È sempre la stessa. È sempre lei, la multinazionale del crimine più apprezzata dal potere. Sempre lei, appunto, accolta a braccia aperte nei palazzi della politica e nei santuari della finanza. Un marchio italiano piuttosto globalista: la ‘Ndrangheta Italiana.
Insomma, come spiega L’Espresso in una sua inchiesta, l’Italia è un Paese trasformato in “mangiatoia da un sistema criminale che vanta migliaia di affiliati, centinaia di sedi dislocate in Italia e nel mondo, un numero impressionante di complicità spesso celate dietro la nebbia padana. ’Ndrangheta come un ‘franchising’, hanno scritto i giudici della Cassazione per spiegare il funzionamento e la strategia delle cosche calabresi fuori dai confini regionali.”
Mentre la politica discute del nulla, la ’ndrangheta holding avvelena l’economia con i capitali sporchi e dirigendo il consenso elettorale. E a dimostrarlo è l’inchiesta “Rinascita-Scott” che, con una maxi operazione coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ha portato a 334 arresti.
‘Ndrine, politica e logge
L’Atlantide sommersa della mafia calabrese sta oltre le cifre. Sta in figure cerniera, ufficiali di collegamento. Tra questi c’è “l’avvocato, massone ed ex senatore di Forza Italia (di recente vicino a Fratelli d’Italia) Giancarlo Pittelli, indagato per concorso esterno alla cosca Mancuso di Limbadi, paesino della provincia di Vibo Valentia, noto più per la produzione dell’amaro del Capo che per essere regno di una delle più potenti famiglie di ’ndrangheta. Per capire chi sono i Mancuso di Limbadi, dobbiamo tornare al 1983, quando il capo bastone Ciccio Mancuso vinse le elezioni da latitante. Dovette intervenire il presidente della Repubblica Sandro Pertini per sciogliere il Comune. Mancuso e politica. Un’eredità che ora ha travolto Pittelli.”
Durante una perquisizione nella propria abitazione, i carabinieri hanno trovato appunti scritti a mano: un elenco dettagliato dei temi dell’inchiesta “Rinascita”. Si tratta di capire, ora, chi lo ha informato dei segreti di un’indagine riservatissima. C’è da dire che l’avvocato del boss gode della stima di un pezzo della magistratura.
A cena con magistrati, professionisti e vescovi
Le cimici del Ros hanno registrato una cena nell’abitazione di Pittelli con otto magistrati e altri professionisti. Toghe, spiegano fonti autorevoli a L’Espresso, non della procura ma di altri uffici giudiziari di Catanzaro. Contatti privilegiati dell’ex senatore finiti in informative senza ipotesi di reato inviate alla procura di Salerno competente sui magistrati catanzaresi. Toghe, e pure vescovi amici. “Prelati – come spiega il settimanale – del calibro di don Francesco Massara, l’ex parroco di Limbadi, nominato da Papa Francesco arcivescovo di Camerino-San Severino Marche. Grazie a don Massara, Pittelli dice di aver ‘ottenuto la tessera del Vaticano’. E il vescovo ha mediato affinché l’avvocato della ’ndrina potesse incontrare Monsignor Giuseppe Russo, sottosegretario dell’Apsa – l’ente che gestisce il patrimonio della Santa Sede – per valutare l’acquisto di alcuni immobili del Vaticano.”
Una ’ndrangheta, dunque, che agisce su più livelli: militare (con bombe e intimidazioni) e imprenditoriale (quattrini sporchi che creano concorrenza sleale). Altri invisibili: finanziario (flussi di riciclaggio che approdano nei paradisi fiscali) e politico (pacchetti di voti che si spostano da un candidato a un altro).
La terra di mezzo
L’avvocato Pittelli è accusato di essere la cerniera tra due mondi. Non secondo il giudice che ha ordinato l’arresto: convinto che l’ex senatore sia organico al clan. Di certo avrà molte cose da spiegare agli inquirenti. A partire da quell’incontro a Messina con il rettore dell’Università per presentargli la figlia del boss Mancuso, studentessa di Medicina in difficoltà con un esame. “‘Troppo avvocato, troppo avvocato’ si è messa a piangere… che bella famiglia”, questa la reazione della rampolla, confidata dall’ex senatore a un amico.
Nel portafoglio contatti dell’avvocato c’è Fabrizio Palenzona, ex numero due di Unicredit, presidente di Aiscat e di Prelios (ex Pirelli Re) la società di gestione e servizi immobiliari fondata da Marco Tronchetti Provera. “Le informative del Ros – spiega L’Espresso – riportano gli scambi di sms e gli incontri tra il banchiere e Pittelli, che lo definisce ‘mio grandissimo amico’. Per i detective ‘Pittelli metteva a disposizione di Prelios i suoi rapporti privilegiati con Luigi Mancuso in cambio della disponibilità della stessa società finanziaria di appoggio per le sue iniziative imprenditoriali'”.
Gli incontri
L’ex senatore ha incontrato Palenzona a Milano il 6 luglio 2018 negli uffici della società. Qui Pittelli ottiene un incarico speciale e potenzialmente milionario. Prelios gli chiede la cortesia di trovare un acquirente per il villaggio turistico ex Valtur da vendere a un prezzo stracciato.
Proprio l’ex senatore è informato del fatto che a decidere è il mammasantissima: “A Nicotera questa storia la puoi vendere se hai un placet. Nicotera risponde a Luigi Mancuso”, dice.
Appena 24 ore dopo aver incontrato l’ex Mr Unicredit, Pittelli riceve Giuseppe Mussari, l’ex presidente di Mps e di Abi condannato lo scorso novembre a 7 anni e mezzo per il buco provocato dall’acquisizione di Antonveneta. Mussari è di Catanzaro come Pittelli. Durante l’incontro di luglio 2018 parlano dell’affare Valtur proposto da Prelios: “Giusè, è una roba nella quale possiamo guadagnare 3-4 milioni di euro… a te non interessano i soldi… ti sfotto, ma che sei fesso!”.