Il Governo sulla gestione della pandemia continua a fare acqua da tutte le parti. E nonostante le decine di task force pagate dai contribuenti si prospetta un Natale in solitudine.
Dunque, Natale e Capodanno in zona rossa.
Divieti, divieti e ancora divieti. Sembra la parola d’ordine che il governo ha messo in campo per le festività natalizie. La linea dura che, conseguentemente, evidenzia la piena incapacità che contraddistingue l’esecutivo dalla prima ondata di marzo di coronavirus. Così, dopo bonus vacanza, bonus elettrico e cashback – con il comune denominatore dell’invito a spendere e spandere – i giallorossi calano l’asso sul Natale e sul Capodanno.
Tre gli scenari per le festività natalizie
Il clamoroso pacchetto di nuove misure restrittive finisce a sera sul tavolo del governo, nel corso di un vertice tra i capi-delegazione.
Tre gli scenari:
- nove giorni (24 dicembre – primo gennaio) zona arancione nazionale, con chiusura totale di ristoranti e bar;
- dieci giorni festivi e prefestivi (24-27 dicembre, 31 dicembre – 3 gennaio, 5-6 gennaio) zona rossa con divieto di spostamenti fuori dalla abitazioni. Flessibilità a Natale per i riti religiosi.
- dal 24 dicembre al 6 gennaio. Affiancare alla chiusura di bar e ristoranti un rafforzamento del coprifuoco per l’intero periodo di festa. Scatterebbe alle 18 o alle 20, servirebbe a bloccare cenoni, aperitivi e feste in abitazioni private.
La parola definitiva potrebbe arrivare oggi, dopo un summit aperto anche agli scienziati del Cts.
Speranza: “dobbiamo stringere ora per evitare la terza ondata”
“Voglio essere chiaro – dice Roberto Speranza, nel corso del vertice notturno – noi non avremo un effetto epidemiologico delle vaccinazioni prima di tre mesi. Se non stringiamo adesso, rischiamo di trovarci in pieno inverno con una terza ondata e senza ancora lo scudo dei vaccini”. Traduzione: fino ad aprile gli italiani dovranno affrontare il virus senza l’ombrello dell’immunità. Le stime, secondo Speranza, in assenza di una stretta più pesante di quella già prevista, prevedono a fine gennaio un picco di morti fino a due volte superiore a quello già toccato. Ma c’è di più: la curva del contagio scende, ma troppo lentamente. Per questo il governo chiederà al Cts – su sollecitazione di Alfonso Bonafede – copertura scientifica alle preoccupazioni di queste ore. “Che arrivi una nuova ondata, è ormai certo – ricorda ai presenti Dario Franceschini, capofila del rigore – Se sarà davvero grave, dipenderà dalle regole che sapremo darci”.
Lamorgese e la gestione delle Forze armate
Il dibattito coinvolge anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. A lei spetta il compito di gestire con centinaia di migliaia di uomini delle forze dell’ordine una stretta durissima nei controlli sui movimenti e sul rispetto delle regole nelle città. Se necessario si arriverà al blocco di piazze e arterie del commercio. Il messaggio di Speranza, di Francesco Boccia e Franceschini è unanime: altro che allentare, semmai bisogna restringere. E anche Conte ritiene che occorra “qualche ulteriore intervento di rinforzo”, pur sperando di non dover stringere troppo. L’unica concessione alle richieste arrivate dal Parlamento sarà, forse, quella sui piccoli comuni nei tre giorni di festa. Sotto i cinquemila abitanti – e sempre che non si decreti zona rossa nazionale in quelle tre date di festa – saranno consentiti movimenti tra comuni confinanti. Italia Viva chiede che venga fissato un raggio di movimento di 30 chilometri, come la Lega. Conte pensa a 10-20, Pd e Speranza sperano ancora meno. Nel caso l’opposizione non darà il via libera a una procedura accelerata, la maggioranza varerà un nuovo decreto che sostituisca l’attuale.
Il clima è cambiato anche in virtù del fatto che il primo lotto Pfizer permette di vaccinare circa 1,7 milioni di persone, ma il primo carico di metà gennaio prevede un milione di fiale per mezzo milione di italiani. Se si considerano i tempi tecnici per eseguire le vaccinazioni e fornire copertura immunitaria, servono sei settimane per i primi risultati.
Serve restringere, anche per bilanciare un effetto collaterale del “sistema a colori”: entro domenica prossima l’Italia sarà interamente gialla, e a quel punto non basteranno le misure già approvate, come certificano le foto dello shopping.