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Ancora tutta avvolta nel mistero la morte di Guido Conti, l’ex generale della Forestale suicidatosi nei boschi di Pacentro il 17 novembre scorso.

Antonio Del Furbo

Sul fronte delle indagini, intanto, la Procura della repubblica di Sulmona procede la sua attività investigativa. E’ stata acquisita, infatti, una telefonata giunta venerdì scorso nella segreteria telefonica della redazione di Primadanoi. La persona, con voce camuffata, avrebbe annunciato le dimissioni dell’ex generale dall’incarico di consulente della Total, poco prima che l’uomo decidesse di togliersi la vita. La telefonata sarebbe arrivata poco prima delle 15, ora in cui il generale era ancora vivo

Altro elemento importante è quello dei file fatti cancellare proprio da Guido Conti dal pc il giorno prima della sua morte. 

Dati e file, in particolare quelli che riguardano gli ultimi 15 giorni della sua vita, fatti sparire dal proprio computer. Le due settimane, tra l’altro, riguardano proprio i giorni che vanno dall’assunzione alla Total, come addetto alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente, al pomeriggio del suo suicidio. L’ex generale ha inoltre chiuso il suo profilo Facebook poco prima di suicidarsi.

“Non una pulizia semplice, ma una tramite “Eraser”, un programma cioè di sovrascrittura che cancella definitivamente i file senza possibilità di recuperarli da parte anche di tecnici esperti. Si è presentato qui alle 9,30, aveva fretta e non era il solito Guido è tornato due volte e ha ritirato il pc (di quelli fissi) poco dopo le 11, tant’è che la procedura di cancellazione forse non è stata totale”.

Queste le dichiarazioni rilasciate al Messaggero dal proprietario del negozio d’informatica che ha eseguito la cancellazione dei file.

Gli inquirenti, però, hanno sequestrato e dato incarico ad un esperto il compito di analizzare tutti i dispositivi tecnologici di Guido Conti.

I carabinieri dell’Aquila hanno già sentito diversi dirigenti della multinazionale del petrolio, tra cui l’amministratore delegato Francois Rafin e hanno anche acquisito le conversazioni che Conti ebbe il 7 novembre e nei giorni seguenti con il blogger ambientalista Giorgio Santoriello.

ALtro indizio interessante è stato fornito dalla moglie di Conti che, in un’intervista a Il Tempo, afferma che “quando Guido è tornato a casa da Potenza, mercoledì scorso, era distrutto. Trasformato”.

Una trasformazione che avevano rilevato anche altri:“Quando è venuto da noi giovedì, non era il solito generale – aggiunge il proprietario di Archimede – era nostro cliente da anni e ogni volta veniva dentro il laboratorio, si sedeva, chiacchierava. Giovedì invece era molto freddo e determinato, non si è mosso dall’ingresso. E quando è tornato la seconda volta ha imbracciato il computer ed è uscito, senza che avessimo finito il lavoro”.

 “Ho infastidito i colossi”, confidò a un amico Conti qualche tempo fa. Era davvero amereggiato anche quando, il 25 febbraio 2016 venne ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. “Rarissimamente si arriva a qualche condanna di primo grado. La dice lunga sulla capacità di contrastare questo fenomeno” disse. Ai commissari ripeté per due volte la stessa frase:

“Questo lo diciamo da vent’anni. Il campo dello smaltimento dei rifiuti in genere, di qualsivoglia natura, è uno dei grandi business in cui, chiunque abbia intenzione di prenderlo in considerazione, con gli attuali strumenti legislativi, sia di regolamentazione, sia di contrasto, ha gioco discretamente facile“. 

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