Minneapolis a fuoco. Avvolta dalle fiamme c’è anche un commissariato. E i 500 uomini della guardia nazionale chiamati a supporto per contenere la protesta non sono bastati. La protesta non per la morte di George Floyd, afroamericano di 46 anni, soffocato lunedì dall’agente che lo aveva preso in custodia, non si placa.
Insensibile ai suoi lamenti, l’agente Derek Chauvin, in 19 anni di carriera protagonista di numerosi altri episodi razzisti e violenti, ha continuato a premergli il ginocchio sul collo per 9 terribili minuti. Avevano tentato di farlo passare per un “problema medico”. Poi è venuto fuori un video girato con un cellulare dove si vede l’agonia di George. A quel punto è scoppiata la rabbia di Purple City.
L’episodio più grave è accaduto nel terzo distretto di polizia.
Gli agenti avevano eretto una recinzione intorno alla loro sede, ma è stata abbattuta dalla folla tanto che gli agenti hanno lasciato l’edificio “nell’interesse della sicurezza personale”. Alcuni manifestanti sono riusciti a entrare, provocando diversi incendi pure all’interno. Il timore è che armi ed esplosivi possano essere stati prelevati dalla folla. “No Justice, No Peace” è stato lo slogan della protesta. Seppur i quattro poliziotti che hanno gestito l’arresto finito in tragedia sono stati subito licenziati, sono ancora a piede libero mentre nei loro confronti si sta conducendo un’inchiesta.
La protesta intanto si estende a Los Angeles, a New York e a Louisville, Kentucky.
Oltre che per George Floyd, si chiede giustizia anche per Breonna Taylor, infermiera afroamericana uccisa pochi giorni fa dalla polizia nel suo stesso appartamento dove avevano fatto irruzione per errore.
Donald Trump non ci sta. E attacca tutti: i manifestanti, già bollati come “criminali”. Attacca pure il sindaco democratico Jacob Frey, nonostante gli 800 agenti già schierati: “Meglio che riporti al più presto la calma o farò intervenire l’esercito. Se iniziano i saccheggi noi dobbiamo iniziare a sparare”, minaccia su Twitter. Sparare sulla folla.
Il Tweet segnalato
E Trump deve vedersela anche con Twitter che gli ha segnalato il tweet perché “ha violato le regole di Twitter sulla esaltazione della violenza. Tuttavia, Twitter ha stabilito che potrebbe essere di interesse pubblico che il tweet rimanga accessibile”, afferma l’avviso.