Erano le 19.43 del 6 marzo 2013 quando il direttore della comunicazione di Mps, David Rossi, precipitò di schiena dalla finestra del suo ufficio a Siena. Morì venti minuti dopo, in un vicolo. La Procura lo ha definito un suicidio. Ma i dubbi rimasti sono tanti.
Sulla vicenda è uscito un libro “Il caso David Rossi”, del cronista del Fatto Quotidiano Davide Vecchi, che ricostruisce le indagini e la passione della moglie del manager, Antonella Tognazzi, e della figlia di lei, Carolina Orlandi, per la ricerca della verità. Due inchieste hanno concluso che Rossi si è tolto la vita. La famiglia, però, è convinta che l’uomo sia stato ucciso.
Da chi, non si sa. Per quale motivo, neppure. Il libro ricostruisce le indagini dei pm con i loro buchi ed errori, evidenzia i punti oscuri come quello, ad esempio, del segno dell’orologio impresso sul polso, i tagli sul volto e i lividi alle braccia, le chiamate partite dal telefono dopo che David era volato giù o la mancata identificazione di alcune persone che compaiono nel video che ha ripreso caduta e agonia del 52enne portavoce di Giuseppe Mussari.
Perché Rossi è volato dalla finestra? Forse perché, come scrisse via mail al ceo Fabrizio Viola, voleva andare a parlare con i magistrati che indagavano su Antonveneta dei rapporti politici di Mps? Come se non bastasse, la moglie di Rossi è finita sotto processo per “violazione della privacy” di Viola, nonostante Mps non abbia sporto querela.
Dunque, qualche ombra sugli inquirenti senesi viene rilevata. Tant’è che anche nel servizio mandato in onda dalle Iene, Aldo Natalini, pubblico ministero che ha condotto le indagini su Rossi, non ne esce molto bene dall’intervista.
“Questo è il braccio di David Rossi” dice il giornalista mostrando le foto al pm che, però, si trincera dietro un “non posso rispondere”.
La prima archiviazione sull’indagine era stata fatta nel 2014. Nel luglio 2017, il gip ha disposto una seconda archiviazione di un fascicolo aperto con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, accogliendo la richiesta avanzata dalla procura senese.
Le rivelazioni choc, però, arrivano da Pierluigi Piccini, ex dirigente del Monte dei Paschi ed ex sindaco di Siena che è stato registrato e ripreso dalle telecamere delle Iene a sua insaputa durante una chiacchierata confidenziale. Piccini, che era molto amico di Rossi, ha sostenuto più volte di essere certo che David Rossi non si sia tolto la vita. Ma è andato anche oltre, parlando di presunti festini in una location tra Siena ed Arezzo che avrebbero visto la partecipazione di importanti personaggi italiani e che sarebbero legati alle indagini sulla morte di David Rossi.
“David fa un errore storico, dicendo di andare a raccontare tutto ai magistrati” dice Piccini. Che aggiunge:“lui ha gestito oltre 50mln di euro e aveva tutte le porte aperte”. Strano anche che di Rossi non siano state trovate memorie:“lui prendeva sempre appunti quando lavorava con me”.
Secondo Piccini sono stati fatti notevoli errori per quanto riguarda l’inchiesta:
- non sono stati chiesti i tabulati delle celle telefoniche di tutti gli apparecchi cellulari che sono transistati dentro e vicino la banca nelle ore della morte di David. Ad esempio sarebbe stato possibile, in questo caso, capire chi era l’uomo apparso alle 20.11 nel vicolo dove era il corpo di David
- i vestiti di david, in un primo tempo sequestrati, sono stati distrutti senza essere mai essere analizzati
- non è mai stato fatto l’esame istologico delle ferite ritrovate sul corpo di David. Magari si sarebbe capito quando David si sarebbe provocato quelle ferite
- non si è fatto immediatamente l’esame del Dna sul corpo di David, né sull’orologio né sui telefoni cellulari
- i fazzoletti sporchi di sangue ritrovati nell’ufficio di David sono stati distrutti dalla Procura senza essere mai stati analizzati
- non sono mai state identificate le persone presenti in banca nell’ora in cui David è volato dalla finestra
- non sono mai state acquisite delle oltre dieci telecamere interne ed esterne alla banca tranne quella che ha ripreso la caduta
- l’unico video in cui si vede David cadere non è integrale ed è stato tagliato
- la procura non ha aperto un fascicolo nell’innediato per omissione di soccorso per trovare la persona che entra nel vicolo con il telefono all’orecchio alle 20.11
- dalla prima archiviazione dell’agosto 2013 la Procura di Siena ha aspettato più di due anni prima di riaprire il caso nel novembre 2015
Riguardo i festini di cui parla Piccini entra in ballo una confidenza fattagli da un amico avvocato romano che conosce la donna in cui il marito era nei Servizi segreti:
“La magistratura potrebbe anche avere abbuiato tutto perché scoppia una bomba morale”
“Chi andava in queste feste? Chi ci andava? Ci andavano anche i magistrati senesi ad esempio? Ci andava qualche personaggio nazionale?
Secondo Piccini, quindi, i probabili festini di cui parla sarebbero alla base del motivo per cui i magistrati avrebbero condotto le indagini in fretta e furia. Il punto è, però, perché David Rossi è morto?
“La città è convinto che David sia stato ucciso” conclude Piccini.
Le domande sono state rivolta anche all’ex presidente del Consiglio ex giudice costituzionale Giuliano Amato, che è stato più volte eletto in parlamento proprio a Siena e con la città del palio ha avuto nel tempo un legame stretto. Con la città e con il Monte dei Paschi e i suoi dirigenti. Tanto stretto da chiedere e ottenere anche sponsorizzazioni e contributi per sodalizi amici, come un certo circolo di tennis.
Iena: Secondo diverse fonti, David Rossi veniva a trovarla spesso quando lei era Ministro dell’Interno al Viminale.
Amato: Non è così.
Iena: Smentisce questa circostanza?
Amato: Assolutamente.
Iena: Presidente Amato, solo una domanda sul povero David.
Amato: Non lo conoscevo.
Iena: Perché sponsorizza Giuseppe Mussari che era un avvocato alla Presidenza dell’ABI, che poi ha dichiarato di non aver proprio nessuna competenza in tema di banche?
Amato: Lei ha le sue domande, io non ho risposte da darle. Se lei è gentile, smette; se non è gentile, continua a tormentarmi e io mi domando per quale ragione un giovane in Italia, per guadagnarsi da vivere, deve fare la parte che sta facendo lei.
Iena: Cioè fare domande sulla morte di un collega, l’ex Capo di un ufficio Comunicazione, e su una vicenda bancaria…?
Amato: Continui, continui…
Amato: Il giorno in cui lei mi farà domande, mi viene a trovare…
Iena: Al Palazzo della Consulta, posso venire?
Amato: … lo fa gratis, nel senso…
Iena: Che vuol dire “gratis”? Uno non deve essere pagato per il lavoro che fa? Ma proprio lei mi parla di “gratis”?
Amato: Sì, io parlo di “gratis”.
Iena: Dovrei lavorare gratis? Io faccio il giornalista, faccio delle domande, dovrei lavorare gratis?
Amato: No, io le sto dicendo che lei non sta facendo il giornalista.
Iena: Le ho chiesto perché ha sponsorizzato Mussari ai vertici dell’ABI…
Amato: Io a lei non rispondo.
Amato: Ora basta, le ho dato fin troppo del mio tempo. […] Io continuerò a guardarla e a domandarmi perché un giovane, oggi, debba fare una parte così orribile come quella che lei sta facendo per guadagnarsi da vivere. Lei è lo specchio della crisi italiana in questo momento. Mi dispiace per lei, la saluto.