L’Abruzzo torna al centro delle questioni giudiziarie nell’arco di pochi giorni. Prima il caso Del Turco, poi l’assoluzione dell’ex presidente della Regione, Castiglione e, ora, il processo per l’ex capo della Finanziaria abruzzese.
“Per gli amici che hanno sempre creduto in me. Tanto lo leggerete tra poco online o al massimo domani. Gli altri mi vomitassero pure addosso, ci sta“. Così Rocco Micucci inizia il post su Facebook appena appresa la notizia.
“I PM – scrive Micucci – hanno chiesto il mio rinvio a giudizio per associazione a delinquerein merito all’aggiudicazione di 2 bandi da parte di Fira nel 2011. Quando mi hanno notificato qualche mese fa (nel 2017) la conclusione delle indagini, dopo aver pensato ad un errore, ho capito che sono stato tirato dentro perché, siccome i reati degli altri indagati stavano per andare in prescrizione, ci serviva il terzo o quarto. Infatti questo reato, che allunga la prescrizione a 10 anni credo, recita che bisogna essere in 3 o più per costituirsi in associazione. I presunti accusati erano due, allora servivo io”.
L’iter giudiziario fa riferimento a una vecchia inchiesta culminata nella consegna di avvisi di conclusione delle indagini, da parte dalla Squadra mobile di Pescara su delega della Procura dell’Aquila, ad alcuni personaggi influenti in Abruzzo. Primo fra tutti Antonio Sorgi, ex direttore regionale della Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative, divenuto in seguiro dirigente del Servizio Raccordo con il Sistema delle Conferenze del medesimo ente. Ercole Cauti, ex amministratore della società Metron Srl con sede a Mosciano Sant’Angelo. Iris Flacco, dirigente del Servizio Risorse del territorio e Attività Estrattive della Regione Abruzzo. Ed, infine, Rocco Micucci, ex presidente del Consiglio d’amministrazione della Fira.
A tutti e quattro gli indagati furono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione del delitto di turbata libertà degli incanti, per fatti commessi tra il 2009 e il 2013. Secondo l’accusa, Sorgi, in concorso con Flacco, avrebbe sfruttato il proprio ruolo per favorire Cauti, titolare della Metron, società specializzata nella gestione procedurale e finanziaria di programmi europei. La società che si aggiudicò formalmente fu la Fira che avrebbe fatto gestire le attività alla Metron.
L’inchiesta ebbe un’origine da un’altra ben più famosa: quella del “Re Sole” che faceva luce su presunti intrecci tra imprenditori, componenti della commissione chiamata a decidere su un appalto da 2,4 milioni a Francavilla e il “Re Sole”, ovvero il direttore della Regione Abruzzo Antonio Sorgi.
“Illuso ancora di poter dimostrare l’errore, ho chiesto, l’unico a farlo, di essere interrogato per dire la mia, il cosiddetto ‘interrogatorio di garanzia’. E l’ho fatto in maniera dettagliata e puntigliosa, nonostante siano passati ben 6 anni” aggiunge ancora Micucci. Non basta. Ho presentato anche una memoria scritta. Sono certo che chiunque avesse la possibilità di leggerla o ascoltarmi, capirebbe la mia totale estraneità ai fatti. Invece oggi mi recapitano la richiesta sembra senza averne minimamente tenuto conto, con il copia e incolla di quello che avevano i PM già scritto e deciso a suo tempo. Quindi la “garanzia”? Ma non basta. La cosa che proprio non capisco è che l’accusa è che io sarei stato d’accordo per far partecipare la finanziaria regionale ai bandi cui non aveva diritto, perchè non ne aveva i requisiti. Offensivo non per me, ma per le tante straordinarie professionalità che lavorano in Fira. Perchè l’avrei fatto? I PM dicono che io non ho avuto alcun vantaggio personale, ma il vantaggio sarebbe di Fira. Strano però che gli stessi PM individuano in Fira la persona offesa! Quindi Fira sarebbe stata avvantaggiata, ma nello stesso tempo è stata “svantaggiata”. Se non stessimo parlando di cose gravi e che riguardano me e la mia vita, ci sarebbe da ridere. Ora toccherà a un Giudice decidere se ci sarà il rinvio. Io non dispero che possa ancora dimostrare la mia estraneità a questi fatti. Comunque sia affronterò la cosa con la serenità e il coraggio che mi danno la mia coscienza e le persone a me care. A testa alta sempre, in tutto quello che faccio. Per tutti, anche per quelli che sparleranno, ci risentiamo alla fine della storia.”