Preferisco non mettere a piede a Pescara, se non per impellenti necessità, a causa di alcune semplici ragioni tra le quali, ad esempio, il traffico e la scarsa efficienza dei mezzi pubblici. Una città che, non da oggi, piuttosto che dare risposte concrete schiera un esercito di berretti bianchi in ogni angolo di strada.
È la guerra all’auto che ha la gomma anteriore destra qualche centimetro fuori dalla striscia bianca e al ciclista che per un attimo pedala sul marciapiede per via di una pista ciclabile invasa da pedoni.
Mi capita, quindi, che un venerdì sera mi ritrovo nella city e in pieno centro scorgo blindati della polizia e pattuglie di vigili urbani. Osservo, guardo, cerco di capire. Alcuni passanti m’informano che è la risposta dello Stato alla criminalità. Bene. Molto bene. Mi chiedo: ma lo Stato lo sa dov’è la criminalità? O meglio: i vigili urbani di Pescara sanno dove fanno gli affari i delinquenti? Magari li informo io: Rancitelli, San Donato, Fontanelle. Quindi mi domando: cosa ci fanno i berretti bianchi in pieno centro a Pescara? Mi basta poco per capirlo.
Raggiungo il cinese che sta a due passi dalla Nave di Cascella e mi siedo all’aperto. In attesa dell’ordine riconosco tra i passanti il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, scortato da due solerti vigili della municipale con il loro capo, Carlo Maggitti. Uno dei vigili si avvicina al cameriere del locale e con strafottenza e arroganza ordina:”Quest da qua’ la di lvà” (questo da qui devi toglierlo) indicando il cartello dei prezzi che poggiava su parte del marciapiede. Ovvio che il super vigile abbia avuto quell’atteggiamento a dir poco sprezzante per ‘tirarsela’ un po’ e magari sperare in un avanzamento di grado. Peccato però che il sindaco non si è accorto di nulla in quanto impegnato a leggere e mandare messaggi con due telefoni (chissà con quali dei due mi ha inviato messaggi per tutta la campagna elettorale e, soprattuto, come ha avuto il mio numero).
Mentre mangio il mio spaghetto di soia mi chiedo che senso abbia trattare con arroganza un povero cameriere che con il suo datore di lavoro cercano di portare a casa la giornata. Mi chiedo come mai lo stesso vigile mezz’ora prima e a pochi metri di distanza dal locale dove stavo cenando sia stato molto più accondiscendente nei confronti di un ambulante che, mi risulta, è senza licenza. E scusate se è poco.
IL VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=278sr42MDyo
Se la legge punisce chi, con mille difficoltà, cerca di onorare i doveri di una vita dignitosa, vorrei capire qual è il senso di questa mobilitazione armata. E soprattutto: nei confronti di chi è questa azione? Non vorrei che fosse semplice fiction.
Antonio Del Furbo