L’Italia si avvia verso la firma del Mes e, come scritto sul documento, è pronta a pagare un prezzo molto alto. Di questo il premier non ne parla perché, altrimenti, metterebbe in crisi il rapporto già precario con i 5 stelle. Ma il “tradimento” con il popolo italiano è a un passo.
Commissione europea e Banca centrale europea osserveranno con un occhio molto attento l’Italia. La “sorveglianza rafforzata” ha già prodotto un contratto standard del Mes sanitario che raccoglie le regole per l’attivazione del Meccanismo europeo di stabilità contro la crisi pandemica. In totale 240 miliardi accessibili a tutte le capitali della zona euro. Per l’Italia, se il governo deciderà di accedervi, sono pronti 36 miliardi.
Il “Term sheet” è stato recapitato ieri sera in via riservata alle Cancellerie dell’Eurozona. Si tratta di tredici paragrafi che saranno negoziati dai governi fino all’8 maggio, giorno nel quale i ministri delle Finanze saranno chiamati al via libera finale. A preparare il documento è stato il direttore generale dell’istituzione, il tedesco Klaus Regling.
Le trattative partono oggi. Poi ci sarà una seconda riunione prevista per il 7 maggio. Il nuovo “Pandemic Crisis Support” del Mes non prevede condizionalità macroeconomiche di accesso.
Come riporta Repubblica, sui vincoli di accesso: “I partner che richiederanno l’attivazione si devono impegnare a usare i fondi per finanziare i costi sanitari diretti e indiretti, cure e prevenzione” relativi al Covid. Questi gli unici vincoli, ben lontani da quelli applicati alla Grecia.
Il prestito potrà arrivare fino al 2% del Pil del 2019 e i soldi del Mes dovranno essere spesi entro un anno, periodo estendibile due volte per sei mesi ciascuna. L’istituzione reperirà i fondi sul mercato avvalendosi anche di “Social Bonds” per rendere i titoli più appetibili per gli investitori specializzati in finanza sostenibile (Esg).
Per ciò che riguarda i tassi e il rimborso del prestito, nel “Term Sheet” si parla di 10 anni. Il Mes opera con una tripla A, con tassi sotto lo zero, ma ha alcuni costi di gestione che dovrebbero portare il tasso di restituzione leggermente al di sopra dello zero.
Il passaggio finale si concentrerà su un aspetto tecnico: “La Commissione europea chiarirà monitoraggio e sorveglianza in accordo con le regole del Two Pack”. Un passaggio previsto dal Trattato del Meccanismo europeo che implica una “sorveglianza rafforzata” da parte della stessa Commissione e della Bce.
Un richiamo che potrebbe portare alla richiesta di un doloroso programma di aggiustamento macroeconomico.