Il 7 aprile, a distanza di quarantacinque anni, il ricordo di Toni Negri. Figura centrale nel teorema elaborato dal pm Pietro Calogero che lo accusava di dirigere strategicamente le Brigate Rosse, continua a suscitare interesse.
Memorie di piombo. Il giudice istruttore Giovanni Palombarini, con il suo approccio garantista, ha avuto un ruolo significativo nelle inchieste riguardanti Autonomia Operaia. È da ricordare anche l’azione di Marco Pannella che nel 1983 favorì l’elezione di Negri come deputato, agevolando così la sua fuga in Francia.
Gli anni di piombo hanno segnato profondamente Padova e il Veneto, diventando uno dei principali centri di questa stagione di violenza ideologica.
Dagli attacchi alla sede del Movimento Sociale Italiano in via Zabarella nel 1974, con l’omicidio di Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola, all’assassinio del poliziotto Antonio Niedda nel 1975 da parte del terrorista Carlo Picchiura.
La notte del 5 febbraio 1981, un commando di terroristi neri dei Nar, guidato da Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini, uccise i carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese lungo il lungargine Scaricatore. Le Brigate Rosse tornarono all’azione con il sequestro del generale americano James Lee Dozier nel 1981.
Padova, con Autonomia Operaia e i Collettivi Politici Veneti, diventò un luogo simbolo della violenza urbana di quel periodo, con scontri tra autonomi e neofascisti.
Il blitz che cambiò il corso della storia avvenne il 7 aprile 1979, quando la Digos eseguì 22 arresti tra Padova, Roma e Milano, coinvolgendo figure di spicco come il professor Antonio Negri e Emilio Vesce. L’inchiesta scosse l’opinione pubblica, dividendo tra garantisti e sostenitori della linea dura.
Nonostante le accuse, Negri e gli altri imputati furono rilasciati dopo un anno di carcere e successivamente assolti. Restò però aperto il “caso Negri”, con le accuse legate al sequestro e all’uccisione di Aldo Moro.
Negli anni successivi, con l’aumento degli attacchi terroristici e delle violenze, la tensione sociale raggiunse livelli estremi, con centinaia di attentati e aggressioni.
Oggi, a distanza di 45 anni, il ricordo di quel periodo rimane vivo, mantenendo viva la memoria di eventi che hanno segnato profondamente la storia del Paese.