La riforma del Meccanismo europeo di stabilità porta dentro alcuni rischi potenzialmente letale per i Paesi dell’Eurozona ad alto debito, Italia compresa.
Il Mes è gestito da un Consiglio di governatori formato dai vari ministri finanziari dell’area euro, da un Consiglio di amministrazione e da un direttore generale con diritto di voto, oltre che dal commissario Ue agli Affari economico-monetari e dal presidente della Bce nelle vesti di osservatori.
L’Italia e miliardi versati
L’articolo 35 del Meccanismo europeo di stabilità prevede l’immunità penale, civile e amministrativa per tutti i componenti dell’organismo. Il numero 32, invece, concede la medesima immunità al patrimonio e ai beni. Come riporta Il Giornale, l’Italia, terzo contribuente del Meccanismo europeo di stabilità, ha versato alla causa del Fondo salva-Stati 14,3 miliardi di euro. A questi l’Italia aggiungerà altri 125,4 miliardi.
Gli stipendi
I membri del Fondo salva-Stati, come riporta Il Tempo, al 31/12/2018 sono 179. Il numero uno percepisce 324 mila euro lordi all’anno mentre la Cancelliera Merkel 190 mila. Il personale con funzioni direttive intasca una somma che oscilla tra i 64 e i 167 mila euro. Arriviamo infine agli assistenti e al personale ausiliario, che possono mettersi in tasca un compenso che va dai 22 mila ai 72 mila euro.
Dunque, ben 8 dei 19 Paesi membri dell’Eurozona dovranno sborsare ingenti quantità di denaro per rifocillare le casse di un fondo senza trarne alcun beneficio. Già, perché Stati come l’Italia, dotati di un debito pubblico troppo alto, in caso di bisogno non potranno aggrapparsi al Meccanismo economico di stabilità, che pure contribuiscono a mantenere in piedi. Non solo, questi governi dovranno pure contribuire per pagare lauti stipendi.