La tecnologia usata per la rigenerazione della cartilagine alle ginocchia e che evita operazioni e farmaci. Boicottata in Italia da 15 anni ma utilizzata in Germania. Lobby e interessi ne ostacolano la diffusione anche in Abruzzo?
L’MBST, ovvero la Tecnologia Rigenerativa a Risonanza Magnetica Nucleare, è un recente brevetto tedesco che, grazie al “principio attivo” della Risonanza Magnetica Nucleare, opportunamente modificata e depotenziata, riesce a stimolare la nuova produzione, da parte dei condrociti, di nuova cartilagine e viene quindi utilizzata per la gestione definitiva dei problemi artrosici, dell’osteoporosi, osteopenia e osteonecrosi. La macchina, sostanzialmente, riesce a magnetizzare le cellule del corpo e a farle rigenerare. I condrociti sintetizzano la cartilagine guarendo, quindi l’artrosi e gli osteoblasti rigenerano l’osso e riescono a guarire l’osteoporosi. Davanti a tale possibilità offerta dalla scienza il mondo politico, le istituzioni e i soggetti privati, interessati ad investire in ricerca e innovazione dovrebbero, quantomeno, studiare l’argomento cercando, allo stesso tempo, di fornire un percorso pratico affinché tale metodologia possa, nel più breve tempo possibile, essere utilizzata anche in Italia. Tale metodo porterebbe ai pazienti benefici enormi: un abbattimento sostanziale dell’economia di gestione di tutta l’interventistica pre/post/peri-chirurgica ortopedica quindi dei costi delle protesi, degli interventi operatori, della riabilitazione post-chirurgica e dei farmaci antidolorifici/antinfiammatori. Insomma, in un momento storico ed economico infelice come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da “Spendig Review” in tutti i settori e in particolare quello sanitario, da tagli lineari sugli ospedali, sull’assistenza di base e alle persone diversamente abili, su un capitolo di spesa rilevantissimo come quello delle ARTROPROTESI, ciò sarebbe una manna dal cielo per le economie dello Stato. Nei paesi nei quali questa metodica é utilizzata regolarmente (in primis la Germania, con i suoi 300 centri, e poi l’Austria, l’Inghiterra, la Tuchia, lo stato di Israele, etc.), il SSN viene “integrato” da questi nuovi sistemi con benefici a ricaduta, addirittura, oltreché sui cittadini, sulla pressione fiscale “sanitaria”: è bene ricordare, infatti, che le protesi mediche, solo in apparenza non vengono pagate dal cittadino e/o dal paziente ma rientrano nel sistema fiscale compensativo e vengono pagate attraverso il sistema di tassazione diretta. L’utilizzo anche in Italia, infine, di queste nuove tecnologie, oltre a fornire migliorie sulla cura del paziente (come é possibile evidenziare con gli studi effettuati e i case-report pubblicati a livello internazionale), darebbe una sostanziale quanto benefica sforbiciata a tutti costi dei vari presìdi medici utilizzati in sanità pubblica. Perché la politica è in stand-by su questo argomento? Vuoi vedere che forse ci sono troppi interessi di mezzo e accordi con aziende farmaceutiche e di protesi che potrebbero saltare? Pare proprio di sì in quanto i vari importatori di presidi medico-chirurgici in Italia sono d’accordo nel gonfiare i prezzi in maniera notevole. Alberto Bencivenga, specialista in chirurgia generale all’ospedale di Roma e Firenze, racconta che:«una placca a T da osteosintesi per chirurgia della mano che in Svizzera, dove è prodotta, costa, al minuto, 14 franchi e 70 centesimi (quindi meno di 10 Euro) che ho, usata tempo fa qui a Roma per una rizartrodesi con una tecnica da me inaugurata e pubblicata nel 1977, ci è stata fatturata da un fornitore ben 600 Euro. Recentemente, ad una casa di cura che conosco bene, per un trapano da ossa che in Svizzera si acquista a 7.000 franchi, è stato fatto un preventivo di 40.000 (sì, quarantamila!) euro!». Bencivenga spiega anche come tutto questo si possa ripercuotere sulle tasche dei cittadini:«Sistema Sanitario Nazionale non paga le case di cura e gli ospedali a piè di pagina, ma a forfait, cioè a cifre prefissate per ciascuna patologia, è ovvio che, per rientrarci con le spese, gli amministratori sono costretti in tutti i modi a risparmiare il più possibile sugli acquisti. Questo fa sì che, anche chirurghi aggiornati e competenti, quando si tratta di impiantare, per esempio, una protesi d’anca, sono spesso costretti ad usare protesi obsolete, che, se le usassero in Germania, in Svizzera o in Kenya, li porterebbero in tribunale». Cosa fare quindi? «una semplice leggina che vietasse di vendere in Italia presidi medico-chirurgici importati dall’estero ad un prezzo superiore a quello al minuto praticato nel paese di produzione, aumentato soltanto delle documentate spese di importazione, pena 5 anni di prigione ed il rimborso al Sistema Sanitario Nazionale delle cifre illegalmente lucrate in eccesso risolverebbe immediatamente il problema». La questione appare chiara quindi: tanti interessi, tante lobby di conseguenza poca apertura al mercato e al cambiamento. In Abruzzo il dottor Danilo Tenaglia, Terapista Manuale e Posturologo, ha creato un Centro Etico di eccellenza Educativo – Riabilitativa. Il Centro dispone della sezione MBST che, attualmente, non è riconosciuta dal SSN. Pare strano ancor di più se scopriamo che il Centro è stato finanziato dalla Regione Abruzzo con 35.000 euro di fondi pubblici proprio perché ritenuto Centro d’avanguardia. Non si capisce quindi perché, dopo innumerevoli richieste di contatto con l’ente regionale, il dottor Tenaglia, ad oggi, non abbia ancora ottenuto una risposta esauriente dall’assessore competente in merito all’utilizzo, seppur in maniera sperimentale, del sistema a livello regionale. Non sappiamo se l’utilizzo di tale metodo abbia potuto evitare la chiusura di qualche ospedale abruzzese, certo è che avremmo potuto dare, a livello regionale, un servizio di eccellenza senza continuare a sperperare denaro pubblico. Vuoi vedere che anche in questo caso le lobby abruzzesi tengono sotto scacco qualche settore politico?
di Antonio del Furbo