Appena qualche ora fa alla redazione di Report è arrivata una lettera di minaccia delle Nuove Brigate Rosse. Tutti indignati. E nessuno s’indigna del fatto che in Rai lavori uno dei capi della colonna romana delle BR, il terrorista Maurizio Iannelli.
L’ex brigatista 68enne, mai dissociato o pentito, fu condannato all’ergastolo sia al processo Moro-bis, che al termine del Moro ter. Non ha mai ripudiato la scelta della lotta armata ed è uomo libero. Non solo. Iannelli è regista televisivo del programma di Rai Tre “Amore criminale”.
E non è finita qui. A lavorare in Rai c’è anche la moglie di Maurizio Iannelli, Matilde D’Errico, autrice non solo di Amore Criminale ma anche di altri programmi Rai.
Iannelli collabora con la Rai dal 1999 come autore e regista. Nel 2001 sforna il film-documentario “Un bel ferragosto”, nel 2003 è autore con Claudio Canepari di Residence Bastoggi, una docufiction in otto puntate realizzata per Rai Tre sulla storia di una baby gang romana che viveva in un quartiere periferico di Roma. Nel 2006 è autore con Matilde D’Errico della docufiction Liberanti in dieci puntate, realizzata in carcere per Fox Crime e Cult. Nel 2008 è autore anche di Città Criminali, docufiction sulla lotta fra legalità e illegalità in Italia.
Oggi con la moglie è autore e regista delle trasmissioni Amore criminale e Sopravvissute su Rai Tre. Ha collaborato anche a Geo&Geo, Storie vere e Sfide.