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Arriva l’ennesima assoluzione per l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino. Per la Corte di Cassazione “Il fatto non sussiste”.



Nel cosiddetto procedimento sugli scontrini, il terzo grado ha accolto la richiesta della stessa Pubblica accusa, tenuta dal Pg Mariella De Masellis, che per l’allora primo cittadino aveva chiesto l’assoluzione. Ci sono voluti sei anni, un’assoluzione in primo grado e una condanna a due anni in Appello, per chiudere il processo che ha decretato la fine della giunta Pd di Marino. Nel mirino dei giudici e della politica era finito l’uso, ritenuto illecito, della carta di credito in dotazione al sindaco, utilizzata per pagare 56 cene. Tuttavia non ci sarebbe stato reato.

Oggi, però, è bene ricordare anche quando Marcello De Vito, ex presidente dell’assemblea capitolina del Movimento 5 Stelle, all’epoca consigliere di minoranza insieme a Virginia Raggi, insieme ai colleghi entrò negli uffici dell’avvocatura per richiedere tutti i documenti relativi ai rimborsi spese richiesti da Ignazio Marino. Dopo un primo diniego a ottenere questo materiale, Virginia Raggi e Marcello De Vito chiamarono i carabinieri che garantirono loro l’accesso agli atti.

Il video risale al 2015, quando l’allora sindaco di Roma, esponente del Partito Democratico Ignazio Marino, era stato coinvolto nella storia degli scontrini che lo ha poi portato alle dimissioni.

La storia si è preso un po’ beffa di De Vito visto che è stato arrestato per presunta corruzione.

Gli inquirenti gli hanno contestato il reato di corruzione, per una cifra di quasi 50mila euro nell’ambito della costruzione dello stadio della Roma. L’ipotesi dei pm porta alla conclusione che lo stesso De Vito avrebbe intascato queste mazzette direttamente dal costruttore Luca Parnasi. “Avanti così. Andate a fare le pulci a tutti sti ladri. E poi mandateli in galera. Grande M5S!” commentavano alcuni fans dei 5 stelle sui Social.

Di admin

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