L’ipotesi della patrimoniale era già spuntata il mese scorso quando il governo andava a caccia di coperture per la Manovra.
L’unificazione di Imu e Tasi porterà, a partire dal prossimo anno, a far pagare ai contribuenti una sola imposta. Ma, a sorpresa, potrebbe essere più alta di quella che stiamo attualmente versando ai Comuni. Un allarme già lanciato dal Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa spiegando che “Col pretesto della (inutile, ma persino dannosa) unificazione di Imu e Tasi, il Governo avrebbe deciso di aumentare l’aliquota base. Sarebbe un insulto al buon senso, prima ancora che ai proprietari. La patrimoniale sugli immobili, che continuano a perdere valore, va ridotta”.
La nuova Imu accorperà la tassa sui servizi indivisibili – ossia la Tasi – con un’aliquota base dello 0,86 per mille perché allo 0,76% dell’Imu di oggi somma l’1 per mille della Tasi. In molti Comuni, però, oggi la Tasi, l’imposta gemella nata per finanziare i «servizi indivisibili», non è applicata: e il nuovo standard allo 0,86% potrebbe suggerire la strada dell’aumento ai sindaci che fin qui si sono accontentati dell’Imu base.
Per la semplificazione delle aliquote e dei regolamenti e il bollettino precompilanto antievasione, bisognerà però attendere il 2021.
C’è da dire, però, che l’unificazione di Imu e Tasi porterà a un prelievo più consistente. Sugli immobili, la manovra potrebbe prevedere altre novità come il piano casa, ossia il sostegno sugli affitti per le famiglie in difficoltà economica.
Abolizione TASI per gli inquilini dal 1° gennaio 2020
È all’articolo 95 del Disegno di Legge di Bilancio 2020, depositato in Senato il 3 novembre 2019, che sono contenute le regole che faranno da fondamenta alla nuova IMU, imposta che assorbirà anche la TASI. Le buone notizie arrivano però per gli inquilini, per i quali viene meno l’obbligo di pagamento di una quota dell’imposta dovuta.
Via libera al testo di Bilancio
Intanto, il testo della legge di Bilancio ha ricevuto il via libera della Ragioneria già da qualche giorno. Le entrate aggiuntive attese nel 2020 dalle eco tasse sono 1,1 miliardi di euro per la plastic, 230 milioni dalla sugar tax. Quest’ultima è nel mirino di Renzi, ma per il momento non si parla di eliminarla o rinviarla.
Impossibile rinunciare a queste nuove entrate senza tagliare la spesa, aumentare le tasse o intaccare i saldi.
Il governatore Pd della Toscana Enrico Rossi è tornato a chiedere una patrimoniale: “Una tassa sui redditi e sui patrimoni più ricchi, su quel 10 per cento di italiani che in questi anni ha accresciuto le proprie ricchezze”.
Le possibilità per il governo sono due.
Un forte ridimensionamento delle due misure oppure un rinvio al 2021. Se dovesse passare questa linea – ad esempio a causa di un peggioramento del clima dentro la maggioranza – il ministero dell’Economia dovrebbe trovare più di 1,6 miliardi di euro per il prossimo anno. Cifra che farebbe tornare in campo, oltre alla patrimoniale evocata dal presidente della Toscana, anche una rimodulazione delle aliquote Iva. Nel paniere delle possibili coperture c’è un’altra sforbiciata alle detrazioni fiscali, ora limitata ai redditi da 120 mila euro a 240 mila euro all’anno.
Ma il conto delle modifiche potrebbe lievitare fino a 2 miliardi se dalla maggioranza dovessero emergere altre richieste.