I dati sulla malasanità non sono incoraggianti in Italia. Sono molti i pazienti che, ogni giorno, muoiono, soffrono o subiscono danni alla loro salute per via della cattiva qualità delle cure che ricevono.
E, purtroppo, le cose stanno proprio così. Tante di quelle morti potrebbero essere evitate se venissero applicate gli standard ordinari di cura.
Sono 5 milioni i morti in un anno a causa di un’assistenza sanitaria di scarsa qualità. Il dato è preoccupante se si accosta ai 3,6 milioni di decessi causati dalla mancanza stessa di cure. I dati emergono da uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, secondo cui il dato è cinque volte superiore anche rispetto alle morti annuali per Aids (pari a un milione) e oltre tre volte più alto rispetto ai decessi per diabete (1,4 milioni).
Le cure di bassa qualità sono responsabili dell’84% delle morti cardiovascolari, della metà delle malattie che colpiscono le donne durante o dopo il parto e del 61% di quelle che colpiscono i neonati.
“La qualità dell’assistenza non è un dato di fatto. Ci vuole visione, pianificazione, investimento, compassione, esecuzione meticolosa e monitoraggio rigoroso anche della più piccola e remota clinica”, ha commentato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Oms.
Al contributo in tema di risarcimento del danno da errore medico pubblicato dal nostro giornale in autunno sono seguite diverse richieste di informazioni da parte dei nostri lettori. Le abbiamo girate al Prof. Paolo Vinci, avvocato con studio in Milano, di poter nuovamente contare sulla sua pluridecennale esperienza in questo campo.
Per ciò che riguarda l’aspetto civilistico, l’accertamento della responsabilità medica, anche per i casi di responsabilità oggettiva e di colpa lieve, sarà proporzionato al danno ed alla percentuale di responsabilità da addebitare al medico.
La tutela delle vittime è un segno di civiltà che va ben oltre quello che è il mero obiettivo risarcitorio.
Oltre all’equo indennizzo per i danni morali e materiali subiti, ha la funzione di elevare gli standard qualitativi del servizio sanitario tramite la creazione di protocolli al fine di evitare il ripetersi di errori. L’obiettivo è chiaro.
Per fortuna, rispetto al passato, l’opinione pubblica è più sensibile alla sfera dei diritti inviolabili della persona.
I casi di malasanità coinvolgono spesso donne in gravidanza e bambini.