La procura della Capitale e la Dia hanno eseguito 18 misure cautelari e indagato 57 persone per associazione per delinquere con aggravante mafiosa.
Mafia, sgominata rete romana: 18 Arresti e 57 indagati. Le accuse includono estorsioni, usura, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti.
Le indagini hanno rivelato un complesso scenario criminale a Roma e nel Lazio, con mafie tradizionali e malavita locale che hanno inquinato il tessuto socio-economico. Roma è il centro di questo “laboratorio criminale”.
L’operazione ha svelato una rete che coordina gruppi criminali in varie aree dello paese.
Le attività includono controllo del territorio, violenza e iniziative economiche illecite, con infiltrazioni nelle istituzioni e tecniche di riciclaggio attraverso società ‘cartiere’.
Il focus iniziale era sulla famiglia Gangemi, poi esteso ai fratelli Nicoletti e Pasquale Lombardi.
Emerse la presenza dei clan camorristici come i D’Amico/Mazzarella, che riciclavano proventi illeciti attraverso attività imprenditoriali.
Le indagini hanno anche evidenziato la convergenza di altre strutture mafiose, come i Casalesi e le cosche di ‘ndrangheta Morabito, Mancuso e Piromalli. Roma è un punto di contatto tra imprenditoria, politica e mafie.
Figura chiave è Antonio Nicoletti, insieme a Roberto Macori, maturato nella destra eversiva romana e legato ai clan calabresi Morabito e Mancuso.
Il settore della commercializzazione dei prodotti petroliferi è un terreno fertile per le organizzazioni mafiose, con effetti negativi sull’economia reale.
Le indagini dimostrano che il controllo del territorio mira a conquistare uno spazio economico, con il settore degli idrocarburi come punto focale delle attività mafiose
È emersa l’esistenza di una complessa struttura organizzata.
I gruppi della camorra napoletana e casalese, esponenti di clan di ‘ndrangheta e di cosa nostra siciliana, in trent’anni di presenza sul territorio laziale, si sono integrati con gruppi di criminalità locale. Le modalità operative hanno abbandonato il controllo del territorio fisico per aggredire lo spazio economico-finanziario