Il dato allarmante che giunge dall’Abruzzo è che le mafie hanno stretto accordi per ingigantire il loro giro d’affari. E non solo intercettando fondi dell’Unione Europea e accreditarsi – grazie ad aziende e ‘scatole cinesi’ – come destinatari dei fondi agricoli, ma anche mettendo le mani nel traffico dei rifiuti e nello smercio della droga.
Mafia nei Pascoli: come la criminalità si spartisce l’Abruzzo. Anche con droga e rifiuti. Ma non è tutto qui. Le organizzazioni criminali stanno infiltrando l’Abruzzo, concentrando le proprie forze nei paesi dell’entroterra. Questo avviene attraverso il trasferimento delle residenze in piccoli centri, con l’obiettivo di “occupare” il territorio al fine di influenzare il voto e stabilire reti di relazioni.
di Antonio Del Furbo
“C’è un sistema ben organizzato e che provoca grossi danni sul territorio” spiega la professoressa Lina Calandra del Dipartimento Scienze Umane dell’Università dell’Aquila. “Le risorse non arrivano in Abruzzo ma finiscono in altri circuiti. Si tratta di un intero sistema in cui camorra, sacra corona unita, le consorterie foggiane, la ‘ndrangheta, la mafia, si spartiscono il territorio. Si tratta della mafia nei pascoli e non dei pascoli”.
La professoressa Lina Calandra con il suo studio e la sua ricerca ha permesso di scoperchiare il bubbone mafioso presenta in Abruzzo. Con il contributo di allevatori e agricoltori tra i quali Dino Rossi, gli inquirenti hanno avviato un’indagine che proprio oggi ha completato un primo iter.
Operazione Transumanza: 75 soggetti e enti coinvolti
Proprio oggi la Procura di Pescara ha completato le indagini sull’enorme truffa ai danni dell’Unione Europea, mirata a sottrarre milioni di euro di finanziamenti pubblici per terreni agricoli inesistenti. Questo è il risultato dell’operazione “Transumanza”, condotta dalla Guardia di Finanza di Pescara, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di L’Aquila.
Sono coinvolti ben 75 soggetti e enti, di cui 44 individui e 31 aziende, distribuiti in varie regioni italiane, dall’Abruzzo alla Campania, con sospetti collegamenti alla “mafia foggiana”, vista la presenza di individui vicini a organizzazioni criminali del Gargano.
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Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un’associazione criminale dedicata alla commissione di frodi, con il valore aggiunto della mafia, ai danni del bilancio nazionale e europeo. Queste frodi sarebbero state perpetrate attraverso richieste ingiustificate di finanziamenti dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA), nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC).
Per ingannare Bruxelles, il gruppo criminale, attivo dal 2014 e composto da 13 individui, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere terreni e titoli PAC, concessi gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani agricoltori.
Secondo gli inquirenti, le nuove aziende agricole fittizie avrebbero collaborato con cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese per acquisire illegalmente migliaia di ettari di terreni messi in vendita dai Comuni.
Le frodi, stimabili intorno ai 5 milioni di euro, coinvolgono individui e aziende accusati di riciclaggio, reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione e truffa ai danni dello Stato e per ottenere finanziamenti pubblici.
Traffico di droga e di rifiuti
Che le indagini siano partite è un buon segnale. Ma cosa s’intende fare riguardo la pesante denuncia della professoressa e di tutti quelli che vivono e lavorano sul territorio? La politica darà risposte concrete “all’invasione” dei fiancheggiatori dei criminali? S’indagherà a fondo sul traffico di droga e su quello dei rifiuti?