La gioia per Alessia Marini arriva appena il giudice esclude il 146 bis per il marito, Massimo Carminati, coinvolto nell’inchiesta di “Mafia Capitale”.
Pur essendoci ben due associazioni a delinquere a Roma non c’era la mafia. Almeno non quella ipotizzata nell’inchiesta “Mondo di Mezzo”. Dunque, i giudici della Corte di Cassazione hanno smontato la sentenza di appello di Mafia Capitale ed escluso il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso per Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e gli altri imputati.
“Ho fatto la scelta giusta” ha detto la Marini riferendosi alla scelta di cambiare legale e di abbandonare Bruno Naso che per tutta la vita ha difeso Massimo Carminati. “Ho fatto la scelta giusta, mi riporto mio marito a casa”.
“Finora è stata commessa un’ingiustizia tremenda. Anche da voi giornalisti. Vediamo se adesso lo scrivete. È andata come era giusto che andasse”. A dirlo Sergio Carminati, fratello di Massimo, dopo aver visto smontata la sentenza d’appello del 2018.
“È caduta la mafia”. “Sicuro, siamo sicuri?” chiede la Marini a chi le sta seduto accanto in tribunale. “È caduta la mafia” lo ripete e piange, spiega Il Messaggero, durante tutta la lunga lettura del dispositivo. Da quel momento in poi per la compagna del “Nero” le lacrime non smettono di scorrere. Finita anche lei sul banco degli imputati in un altro procedimento connesso a quello del marito, non riesce a frenare l’emozione e la gioia.
Appena ritiratasi la Corte Alessia Marini getta le braccia al collo dell’avvocato, lo stringe e tra le lacrime ripete: “Le posso dare un bacio? Grazie, avvocato, grazie. L’avevamo capito dopo che aveva parlato, dopo la sua arringa. L’avevamo capito noi e non poteva non capirlo la Corte”.
Il nuovo avvocato
La difesa è quella tecnica scelta da Placanica, non politica e senza gli attacchi alla procura che hanno caratterizzato le arringhe e gli interventi di Bruno Naso, avvocato di Carminati nei primi due gradi di giudizio. E ancora difensore di Riccardo Brugia.
Le presenze
Ad attendere con lui la lettura del dispositivo, oltre al fratello di Carminati, c’è Lorenzo Alibrandi, fratello di Alessandro, uno dei fondatori dei Nar, morto in un conflitto a fuoco con la polizia nell’81. Al processo di primo grado, Alibrandi è stato anche testimone e ha raccontato che il “Nero” per lui è stato come un fratello, dopo la morte di Alessandro.
Il diverbio
Appena fuori dall’aula, c’è spazio per un battibecco tra Sergio Carminati e Bruno Naso, che strilla contro il fratello del suo cliente storico. “Siete una famiglia di cialtroni, siete cialtroni – dice Naso. Tu e tuo fratello che sta in carcere”.