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L’Uomo Vitruviano a Parigi: ma perché deve decidere un giudice?

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Il Tribunale amministrativo regionale del Veneto ha respinto il ricorso con il quale Italia Nostra chiedeva di bloccare il prestito al Louvre dell’Uomo Vitruviano di Leonardo conservato alla Galleria dell’Accademia di Venezia.

Dunque, per i giudici amministrativi non sussistono le ragioni invocate circa il ‘carattere identitario’ dell’opera, che – sottolineano i giudici amministrativi – non “è assoluto e non esclude tassativamente l’opera dal prestito”.

E sempre i giudici ricordano che già “in passato sono state oggetto di prestito all’estero altre opere” come “La tempesta” di Giorgione, “Visioni dell’aldilà” di Bosch, “La caduta di Fetonte” di Michelangelo.  

Una vicenda come il prestito di un’opera importante che dovrebbe essere affrontata tenendo conto della tutela del bene e della qualità del progetto culturale.

Esempio fu quello del 2014 quando una commissione tecnico-scientifica venne incaricata di valutare la richiesta spostare i Bronzi di Riace dal Museo di Reggio Calabria all’Expo di Milano. In quella occasione si diede un parere negativo perché la Commissione evidenziò la scarsa consistenza del progetto culturale.  

Nel caso dell’Uomo Vitruviano si sono espressi, su richiesta del precedente Segretario Generale del MiBACT Giovanni Panebianco, due autorevoli Istituti del Ministero, l’ISCR e l’OPD-Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che hanno presentato pareri favorevoli al prestito, non senza opportune richieste di doverose precauzioni per il trasporto, l’esposizione e il successivo riposo al buio.

In ogni caso, i pareri tecnici sono stati favorevoli ed è evidente che il Memorandum di partenariato Italia-Francia sia arrivato dopo le relazioni dei due Istituti del MiBACT, incaricati dai vertici del Ministero ben prima del nuovo insediamento di Franceschini.  

Dopo la recente mostra veneziana e la prossima tappa parigina l’Uomo Vitruviano dovrà trascorrere un lungo periodo di riposo al buio.

“È un prezzo necessario da pagare a fronte di un’importante operazione culturale internazionale, di cui anche l’Italia, insieme alla Francia, potrà andare fiera, per celebrare al meglio un genio che proprio tra questi due Paesi operò mezzo millennio fa” spiega Giuliano Volpe, Archeologo, presidente emerito del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici del MiBAC.

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