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L’Unità informazione finanziaria di Bankitalia su la “Bestia” della Lega: soldi pubblici a società collegate

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Sono milioni gli euro pubblici di cui la propaganda sovranista si è servita. Una montagna di denaro finita anche alla “Bestia” creata dallo spin doctor del Capitano, Luca Morisi. E a pagare, indirettamente, anche i contribuenti italiani attraverso stipendi e società collegate alla Lega.

Sarebbero oltre tre i milioni che la Lega ha girato alla società Sistema Intranet di Morisi, ad alcune srl legate al Carroccio e alla cooperativa proprietaria della radio del partito. In un’inchiesta, L’Espresso riferisce dati e numeri sulla macchina da guerra della Lega. I denari arrivano dai sostenitori privati e dal 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi dei simpatizzanti. Non solo. Ci sono anche quelli pubblici destinati ai gruppi parlamentari della Camera e del Senato. Movimenti che sono finiti nel mirino dell’Unità informazione finanziaria di Bankitalia. Autorità incaricata di acquisire informazioni su ipotesi di riciclaggio.

La Bestia e i numeri

Il sistema informatico personalizzato da Morisi costa molto di più di quanto raccontato dai leghisti. “La mia società, SistemaIntranet, per il rapporto professionale con la Lega Nord e Matteo fattura annualmente 170 mila euro lordi importo comprensivo di tutti i costi vivi, server e trasferte comprese! Capito?!”, spiegava indignato il consigliere di Salvini nel maggio 2017 a chi ipotizzava costi maggiori.

In realtà Morisi, come spiega il settimanale, ha ricevuto dal 2017 al 2019, tra stipendi e versamenti vari, una cifra che sfiora il milione di euro. Vanno aggiunti, inoltre, centinaia di migliaia di euro che la Lega ha investito per pagare post sponsorizzati sui social e assumere collaboratori utili a far funzionare la macchina.  

SistemaIntranet di Morisi e Paganella

Si tratta di una “società in nome collettivo” che non ha l’obbligo di presentare bilancio e con soli due dipendenti. In otto anni la startup ha fatturato 900 mila euro totali. Ma dal 2017 le cose cambiano.

“Dal gennaio 2017 al settembre 2018 – spiega L’Espressoun conto corrente intestato alla Lega Nord gira all’azienda dei guru della comunicazione di Salvini ben 516.800 euro. Mentre un’altra relazione su presunte operazioni sospette della Lega firmata dall’Uif, l’ufficio specializzato nell’antiriciclaggio, chiarisce poi che il 3 settembre 2019 all’azienda di Morisi e Paganella arrivano, da un altro conto corrente intestato a Lega-Salvini premier, altri 293 mila euro.”

Gli uomini d’oro

“Dall’estratto conto si rileva che la provvista è stata parzialmente utilizzata, in quanto il saldo del rapporto, al 4 ottobre 2019, risulta pari a 262 mila euro, e che i principali impieghi sono costituiti da due bonifici di 12 mila euro ciascuno a favore dei due soci», aggiungono gli investigatori dell’istituto. I due uomini d’oro della propaganda del Capitano, oltre a incassare bonifici dalla Lega (810 mila euro sono quelli certificati in totale da Bankitalia), nello stesso periodo hanno incamerato anche la busta paga del ministero dell’Interno: appena Salvini si è seduto sulla poltrona più importante del Viminale ha assunto Morisi come “consigliere strategico per la comunicazione”.

La Vadolive srl

Al fine di alimentare la Bestia, Salvini e la Lega nel maggio del 2018, due mesi dopo l’exploit elettorale del 4 marzo, creano dal nulla una nuova società, la Vadolive srl, il cui socio unico era inizialmente Vanessa Servalli. Si tratta di una parente di Alberto Di Rubba, uno dei tre commercialisti del partito. Qualche mese dopo le quote della Vadolive passano di mano e trasferite dalla Servalli all’attuale amministratore delegato Davide Franzini, già amministratore della cooperativa che edita Radio Padania.

Il contratto

Il 10 maggio 2018, evidenzia Bankitalia, la nuova azienda sottoscrive un contratto con il gruppo parlamentare del Senato della Lega-Salvini premier. L’intento è quello di impegnarsi a “gestire la ‘promozione social’ delle attività di tale gruppo”, oltre alla formazione dei senatori leghisti “sull’utilizzo dei social media e delle tecniche di comunicazione”. La società della Servalli, una barista, chiede per i servizi ben 480 mila euro l’anno, da versare in rate mensili anticipate.

La Lega dà alla nuova azienda 36 mila euro al mese per circa sei mesi: l’ultimo bonifico è del dicembre 2018. A sua volta la Vadolive gira 12 mila euro alla Dea Consulting, una società di Di Rubba e 87 mila euro in favore di Paganella e Morisi. Soldi arrivano anche a Matteo Pandini, figlio del presidente della Rai Marcello Foa, e ai “Morisi Boys” Fabio Visconti, Andrea Zanelli e Daniele Bertana. Tutti assunti al Viminale con una collaborazione da 41 mila euro a testa.  

In meno di tre anni la Lega e le società collegate hanno speso per i servizi di propaganda quasi 1,3 milioni di euro.  

La Lega è divisa in due: Lega Nord e Lega Salvini Premier. “Da un lato – spiega L’Espressoc’è la vecchia Lega nord per l’indipendenza della Padania, trasformata in bad company, con un debito mostruoso e con la condanna a restituire i 48,9 milioni di rimborsi elettorali. Dall’altro la Lega-Salvini premier, che può incamerare senza patemi la ricca torta del 2 per mille e dei finanziatori privati. E poi ci sono i gruppi parlamentari di Camera e Senato, che possono contare sui milioni del contributo pubblico.”

Soldi per Facebook

La Lega impegna somme importanti anche su Facebook e Google per sponsorizzare le pagine social di Salvini. Bankitalia evidenzia bonifici nel 2017 e nel 2018 di 55 mila euro a favore del colosso di Mark Zuckerberg e di oltre 40 mila per Google. Poi, tra marzo 2019 a maggio 2020 la Lega-Salvini premier investe 254 mila euro per sponsorizzare post della pagina di Salvini.

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