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L’Unione europea congela i beni di Putin e Lavrov

L'Unione europea congela i beni di Putin e Lavrov

L'Unione europea si prepara a mettere in campo le sanzioni contro la Russia. E, in particolare, contro Putin e Lavrov. Ecco quali sono.

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L’Unione europea sta ultimando le sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina. Un pacchetto “massiccio” come è stato definito dai vertici Ue, che si va aggiungere alle misure adottate il 23 febbraio scorso.

L’Unione europea dovrebbe includere nel pacchetto anche il congelamento degli asset europei del presidente russo Vladimir Putin e del ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Secondo più fonti la decisione sarà presa dai ministri degli Esteri che venerdì pomeriggio si riuniscono in un consiglio straordinario per approvare il secondo pacchetto di sanzioni. A confermare è l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell, entrando al Consiglio Affari esteri. 

“Se non ci sono sorpresa, se non ci sono obiezioni, sì, Putin e Lavrov saranno nella lista. Io sono molto a favore ma decide il Consiglio. L’accordo sarà finalizzato oggi. È una pressione eccessiva per loro? Non è un mio problema. E sicuramente se l’invasione continua queste sanzioni non basteranno”.

Cinque le aree interessate.

“Il pacchetto di sanzioni massicce e mirate approvato dai leader europei avrà il massimo impatto sull’economia russa e sull’élite politica”. A dirlo è il Presidente della Commissione europea von der Leyen. “Si basa su cinque pilastri: il settore finanziario, energetico, i trasporti, i controlli sulle esportazioni e il divieto di finanziamento delle esportazioni e la politica dei visti”.

Settore finanziario

Il divieto di rifinanziamento, ovvero il divieto di emettere prestiti o bonds sul mercato europeo, viene esteso ad Alfa Bank e Otkiritie. Vengono incluse anche società a controllo pubblico. In particolare utility e autostrade (Almaz-Antey, Kamaz, Novorossiysk Commercial Sea Port, Rostec, Russian Railways, JSC PO Sevmash, Sovcomflot, United Shipbuilding Corporation). Prevista una clausola di 45 giorni per permettere l’esecuzione dei contratti già stipulati. Le banche europee non potranno concedere prestiti e crediti alle società sanzionate. Inoltre non potranno più accettare deposito sopra i 100 mila euro da persone fisiche o giuridiche con cittadinanza russa o residenti in Russia.

Settore energetico

È vietato il trasferimento di beni e tecnologie utili per la raffinazione del petrolio. Si tratta di tecnologie non facili da sostituire per la Russia nel breve e medio termine che permettono alle raffinerie di ridurre le emissioni. Questo avrà un impatto sull’import di petrolio in Europa.

Controllo dell’export

Vengono allargate le misure già introdotte nel 2014 per l’annessione della Crimea da parte della Russia. Viene esteso l’embargo ai materiali e alla tecnologia dual use, cioè che può avere uso militare e civile con un impatto sui settori difesa, navale, chimico e spaziale.

Trasporti

Viene introdotto il divieto di trasferimento di beni e tecnologie nel settore dell’aereo e spaziale, ma anche i relativi servizi di assicurazione, riparazione, assistenza tecnica e finanziaria.

Sanzioni individuali

Sarà allungata la lista di personalità russe sanzionate oltre a quelle del primo pacchetto (in tutto 555 individui e 52 entità). Vuol dire che non possono entrare nell’Ue e che i loro beni sono congelati. La nuova proposta di sanzioni comprende 73 parlamentari della Duma che hanno votato a favore del riconoscimento dell’indipendenza delle due repubbliche separatiste ucraine, 6 membri del Consiglio di sicurezza russo e 19 componenti dell’esercito e del ministero della Difesa bielorussi che hanno facilitato l’invasione dell’Ucraina.

Accesso a Swift

L’esclusione delle banche russe dal sistema internazionale di pagamento Swift è ancora sul tavolo delle sanzioni. Ma i leader Ue hanno deciso di aspettare ad adottarlo così come il blocco delle forniture di gas per avere un’arma in caso di un’ulteriore escalation della situazione.

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