Matteo Renzi ci va giù pesante sul Governo da lui stesso sostenuto. L’ultimo dpcm sull’emergenza coronavirus, spiega, è “uno scandalo costituzionale”. Poi un appello al Pd: “Ora basta, non possiamo calpestare i diritti costituzionali con un dpcm. Trasformiamo il testo in un decreto e portiamolo in Parlamento”.
Nel corso di un’intervista a Repubblica, Renzi spiega che la ripartenza è lenta. “Non si rendono conto che in autunno ci sarà una carneficina di posti di lavoro. Ma in ogni caso il testo è un errore politico, economico e costituzionale. Politico perché delega al comitato tecnico scientifico una scelta che è politica: contemperare i rischi. Lo scienziato ti dice che c’è il coronavirus, il politico decide come affrontarlo.”
Poi l’attacco al premier: “Un presidente del Consiglio non deve guardare gli indici di gradimento, ma il numero dei posti di lavoro, l’andamento del pil, le previsioni internazionali. Secondo una stima di Goldman Sachs il lockdown italiano è stato il più duro di tutti.”
Se si sta uscendo dall’emergenza è merito di chi è stato in prima linea a combattere: “Medici e cittadini sono stati bravissimi, le istituzioni meno. E ora stiamo perdendo interi settori produttivi per una politica pavida che si nasconde dietro ai tecnici. Poi, appena qualcuno alza la voce, cambia posizione”.
“La libertà e il valore più grande: non siamo uno stato etico dove i vigili chiedono se la persona che stai per vedere è una fidanzata stabile o saltuaria. Ma saranno fatti tuoi? Qui siamo alla follia! Mettiamo Maria De Filippi a decidere se la relazione è stabile? Sta passando una visione paternalistica tipica di chi mantiene il consenso con una diretta Facebook a settimana. E nel frattempo perdiamo 10 miliardi a settimana per il blocco più duro del mondo”.
Infine una riflessione che suona come un avvertimento alla tenuta della maggioranza: “Il presidente del Consiglio non può impattare sulla vita delle persone al punto di definire con dpcm chi puoi vedere. Abbiamo accettato una limitazione quando le terapie intensive scoppiavano e i medici dovevano decidere chi intubare e chi no, ora basta. Quando si inizia a considerare la libertà un bene disponibile, iniziano brutte storie. La libertà non vale meno della salute”.
Un dereto legge per Renzi sarebbe meno peggio: “almeno ha garanzie, una discussione parlamentare, il dibattito pubblico, gli emendamenti. Se il dpcm fosse un decreto legge presenterei un emendamento e chiederei l’appoggio del Pd, che ha la stessa sensibilità sulla difesa dei diritti fondamentali.”
“Fuggire dal Parlamento è scelta di rara gravità e trova la sua base in una visione dello Stato paternalistica e irrispettosa delle libertà: non ho nulla da perdere e considero mio dovere dirlo ad alta voce”.