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Luigi de Magistris, la fine di un’illusione ottica

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È finita anche per Luigi de Magistris la breve, ma intensa, carriera politica. Il magistrato, uno dei tanti, passati alla politica dopo aver cavalcato la falsa ondata giustizialista, sta cadendo impicchiata. Il magistrato, che tiene famiglia, porta in Comune il suo fratellone dandogli un incarico ben retribuito.

È finita anche per Luigi de Magistris la breve, ma intensa, carriera politica. Il magistrato, uno dei tanti, passati alla politica dopo aver cavalcato la falsa ondata giustizialista, sta cadendo impicchiata. Il magistrato, che tiene famiglia, porta in Comune il suo fratellone dandogli un incarico ben retribuito. Sono lontani quei tempi in cui lottava contro quei ‘poteri forti’ che lo volevano fuori dalla magistratura per le note inchieste ‘Why not’ e ‘Poseidone’. Il magistrato che lottava contro personaggi del calibro di Clemente Mastella ora si ritrova dall’altra parte della barricata e in un mare di polemiche. Grazie al ‘Forum delle culture’, che si aprirà a Napoli il prossimo 24 settembre e che prevede un incontro interculturale tra le nuove generazioni su temi quali la pace, l’ambiente e i diritti umani, de Magistris è riuscito a piazzare il fratello Claudio alla direzione organizzativa del Forum.  

«Stavolta non lavorerò gratis» tuona de Magistris junior. «Per occuparmi del Forum delle Culture, voglio essere pagato» avverte il rampollo. Mi sembra ovvio, come dargli torto? Al povero Claudio, tra l’altro, è scaduto il contratto di co.co.co. con l’Idv lo scorso gennaio. Claudio de Magistris affiancherebbe il consulente Andres Neumann che prenderebbe 40mila euro l’anno. Luigi de Magistris torna all’attacco di chi pensa che la scelta del fratello sia stata inopportuna:«la scelta doveva essere percepita come espressione di un nuovo modo di intendere la politica, soprattutto da parte della politica stessa. Invece il solito paradosso: un merito diventa un demerito, un elemento di forza morale trasformato maliziosamente in clava per attacchi pretestuosi, il dna diventato l’unico fattore dirimente rispetto alle capacità di un professionista conosciuto per la qualità del suo lavoro, prima della campagna elettorale ed in essa stessa. Una operazione politica che ha visto brandire concetti come trasparenza e correttezza, rispetto ad un lavoro compiuto alla luce del sole e fino ad oggi gratuitamente, dal fratello del sindaco professionista in un settore come comunicazione ed eventi».

Per il sindaco di Napoli, che in campagna elettorale aveva promesso una grande rivoluzione anche nel gestire la cosa pubblica, le sue mosse gli appaiono normali e, anzi, chi lo contesta, lo definisce fazioso. Non ci si aspetta molto da un personaggio che, lasciata la magistratura, si è fatto eleggere al parlamento europeo che poi ha lasciato per tornare a farsi eleggere sindaco. Un politico che appare menefreghista e irrispettoso di quei tanti voti  che chiesero una rappresentanza europea a lui e non a un altro. D’altronde de Magistris ha compagni di viaggio del calibro di Nino Daniele, assessore alla Cultura che a una domanda del giornalista di ‘Repubblica’ che gli chiedeva cosa rispondesse a un emigrato che gli scrivesse:«Caro assessore, ho lunga esperienza e idee ma non potrò aspirare a lavorare col Comune perché non ho il cognome giusto?» lui ha dichiarato:«Risponderei la verità: cioè, che i ruoli direttivi sono sempre stati a scelta discrezionale. Per il resto avremo spazi, avremo progetti in cui coinvolgere tantissimi talenti, di ogni età». Povera Italia.

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