È a capo di Facebook Italia perché lo ha voluto Mark Zuckerberg. Si chiama Luca Colombo ed è il country manager del social network da novembre del 2010.
Luca Colombo, brianzolo di nascita, classe 1970, si trova a capo dell’azienda che domina il mercato pubblicitario nostrano e che mira a influenzare e indirizzare la transizione digitale finanziata dai fondi pubblici del Pnrr.
Il numero uno italiano del gruppo statunitense, a cui fanno capo anche Instagram e Whatsapp, è al centro di una ragnatela di relazioni che ne fanno un uomo chiave sul mercato dei media. Un nome molto pesante anche nei rapporti con il governo e con l’authority delle comunicazioni, l’Agcom. Oltre allo sviluppo della piattaforma Colombo ha tra le mani una serie di iniziative parallele, da investitore in proprio.
Le attività di Colombo
Come riferisce L’Espresso, tre anni fa Colombo si è messo in società con Valerio Perego, un altro manager del social network con i gradi di direttore vendite. I due colleghi hanno fondato una holding di partecipazioni, la Prima Base, a cui fanno capo attività molto diverse tra loro.
L’elenco comprende alcune piccole quote in società con il marchio Dvr, gruppo milanese guidato dal finanziere Carlo Daveri che con altri amici-investitori ha finanziato numerose startup. Gli investimenti più consistenti della coppia Colombo-Perego si sono concentrati su bar, caffetterie e simili. Ne controllano una mezza dozzina, quasi sempre all’interno di grandi centri commerciali nei dintorni di Milano.
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Corre su internet, invece, il business di Weroad, la piattaforma online specializzata in viaggi avventura per giovani di cui Colombo e l’amico Perego hanno comprato ciascuno una piccola quota, meno dell’uno per cento. I due manager di Faceboook hanno risposto all’invito del fondatore Paolo De Nadai, giovane imprenditore molto noto nel mondo delle startup digitali.
Tra i sostenitori di De Nadai c’è la presidente della Rai, Marinella Soldi, Carlo De Benedetti, i banchieri Corrado Passera e Guglielmo Notarbartolo, la campionessa di sci Sofia Goggia. Weroad è decollata nel 2019, ma ha subito dovuto fare i conti con la pandemia che ha travolto il business globale del turismo.