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Un uomo in compagnia del suo orgoglio

 

La realtà in Italia ha da troppo tempo superato la fantasia e, spesso se non sempre, le storie delle fiction nazionali appaiono più veritiere della vita quotidiana. Credo che gli autori soffrano non poco a inventarsi storie nuove e che possano apparire “finzioni” visto il tempo che viviamo. Eppure basta aprire qualsiasi giornale e seguire qualsiasi trasmissione tv o internettiana per rendersi conto del degrado politico, sociale e culturale che attraversa la nazione e prenderci spunto per una sceneggiatura di tutto rispetto. Ad esempio in questi giorni a Pescara, pur se nessun organo di stampa se ne è accorto, si è consumato un fatto abbastanza grave dal punto di vista umano. Remo Di Michele un “ex delinquente” come si è definito più volte, ha dovuto combattere una guerra dura contro le istituzioni per riuscire ad ottenere un lavoro che gli desse da vivere. Remo, con moglie e figli a carico, dopo che l’azienda che lo ha assunto e fatto lavorare per diversi anni ha chiuso, si è ritrovato nuovamente in mezzo ad una strada. Ha cercato di reinserirsi nel mondo del lavoro conducendo una battaglia dura e che lo ha portato allo sfinimento. Le uniche offerte che ha ricevuto in tutto questo tempo sono arrivate dalla criminalità ma lui le ha respinte fermamente. Remo ha cambiato vita e nulla lo ha potuto riportare sulla vecchia strada. Ha o più volte contattato il sindaco di Pescara e tutte le istituzioni locali ma senza risultato fino a quando non ha deciso di salire su un traliccio e minacciare di buttarsi. Ad oggi Remo ha ottenuto un colloquio con l’azienda “Attiva” specializzata nella raccolta dei rifiuti grazie al sindaco di Pescara. Sono contento per il mio amico ma mi pongo una domanda: è possibile che per ottenere un lavoro si debba salire su un traliccio e minacciare di buttarsi? A quanto pare sì. Altrimenti non saremmo in Italia.

 

di Antonio Del Furbo      filmaker Luca Di Michele

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